Se passate da Matera, la prima cosa che dovete imparare è che dovete mettere i tacchi bassi e le scarpe comode. Non dite che non vi ho avvertito, perchè Matera è costruita, appunto, sui Sassi, sul vero senso della parola.
È questo, d’altronde che le dà proprio quell’aura incantata, che sia di giorno che di sera, vi da l’impressione di essere proprio dentro un presepe.
Arrivare a Matera da Palermo non è facilissimo. Bisogna prendere due aerei, uno per Roma, e uno da Roma a Bari, e poi da lì, bisogna percorrere una sessantina di chilometri e arriviamo a Matera.
Io sono partita la mattina alle 7 (lasciamo stare i ritardi) e alla fine sono arrivata a mezzogiorno.
Effettivamente è più facile andare all’estero…
Ma Matera vale tutto il viaggio.
Io ho alloggiato in un B&B fantastico. Il suo nome Casa Diva, si trova proprio al centro di Matera, accanto alla chiesa di San Francesco. La sua posizione invidiabile, vi renderà facile visitare la città a piedi.
Costruito da circa un anno, all’interno coniuga antico e moderno, in maniera originale. La struttura e le sue camere si affacciano proprio sui Sassi, e una terraza al piano superiore vi fa dominare la città. Le stanze, una diversa dall’altra (7 in totale) sono dedicate a varie figure e ad esse ispirate. Il clima è gioviale e ci si sente davvero a casa. L’unico neo è che non è agevole per chi ha problemi di deambulazione.
Io non ho problemi di questo genere, ma al solito mio, non riesco a rinunciare ai tacchi, e ho avuto qualche difficoltà a raggiungere il portone, la sera quando utilizzavo le scarpette tacco 12. L’unica soluzione rimane portarsi un paio di ciabatte in borsetta o un bel cavalier servente.
L’occasione della visita è stato il Food & Wine Festival, svoltosi il 2 e il 3 aprile, organizzato della Federazione Italiana Cuochi. Una kermesse che ha visto tantissimi chef avvicendarsi sul palco a svelare i loro segreti culinari, cucinando per un pubblico attentissimo. Fra i tanti, nomi altisonanti come Sadler, Scabin, il noto Andy Luotto e Paolo Barrale, di origine palermitana, ma ormai trapiantato in Irpinia. Due giorni intensi, culminati con una cena di gala a dir poco strepitosa all’Hotel Hilton Garden Inn, con tutta l’attenzione per il senza glutine. Un grazie speciale al presidente Rocco Pozzulo e a Claudio Crivellaro, per la grande disponibilità e professionalità.
In questi 4 giorni ho imparato che:
- Il cibo
I piatti tipici sono davvero buoni. Partono da materie prime eccellenti, e vengono cucinate poco e in maniera semplice, ma non per questo meno gustosa.
Ad esempio le cicerchie (legume antico) insieme alle biete viene servito come antipasto.
Non parliamo dei peperoni bruschi, di cui sono diventata drogata. Questi sono peperoni dolci, essiccati prima (al sole) e poi fritti, e costituiscono la quintessenza della bontà.
Così come le melanzane rosse (presidio slow food), servite sott’olio, oppure il Caciocavallo Podalico, o la salsiccia lucanica, per citarne alcuni.
Noi li abbiamo assaggiati in due ristoranti centralissimi, costruiti nei Sassi, La Gatta buia e La Talpa, che, molto carinamente, hanno pensato a coccolare anche me, preparandomi un menù senza glutine.
Da segnalare I Sapori senza glutine (l’unico locale per celiaci, fino ad ora) a preparare cibo totalmente senza glutine, al centro di Matera, in via Tommaso Stigliani. Aperto a pranzo e a cena, fa anche pizze, e si trovano dei piatti tipici, sia dolci che salati, anche d’asporto. (presto troverete maggiori dettagli su Gluten Free Travel & Living).
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Il territorio
Il territorio è meraviglioso. Come più volte detto, è magico. Sia di giorno che di notte. Non solo per il suo particolare aspetto, per come l’uomo ha saputo forgiare la natura per le proprie esigenze, ma anche perché è una città dove si vedono gli strati della storia. Dal romano al gotico, dal Rinascimento al primo e tardo Barocco, al Neoclassicismo.
Bellissimi Palazzi nobiliari e bellissima la sua Cattedrale, di stile romanico-pugliese del XIII secolo, che è intitolata ai due Santi Patroni della città Sant’Eustachio e la Madonna della Bruna, o la Chiesa di San Francesco d’Assisi, proprio al centro della città.
Magnifica è l’arte rupestre, di cui la cripta cosiddetta dei 100 Santi o del Peccato Originale è considerata la Cappella Sistina proprio di quest’arte. Ed effettivamente questa piccola caverna è riccamente affrescata, da qui anche il nome della caverna, perché i santi affrescati sono talmente tanti da non poter essere contati, così come si trova l’affresco del peccato originale, dove il frutto non è la mela, ma il fico, e in effetti, se ci pensate le vergogne di Adamo ed Eva erano coperte da foglie di fico… La nostra bravissima guida, (ci ha spiegato che il passaggio dal fico alla mela è avvenuto per una errata interpretazione del latino MALUS, e l’interpretazione mi convince.
E poi, da poco, negli anni ’90, è stata portata alla luce la cisterna del Palombaro lungo. Una cisterna enorme, che mi ha ricordata quella vista ad Istanbul. Scavata nelle viscere della città, fino all’inizio del novecento veniva usata dagli abitanti che da alcuni buchi calvano i secchi per raccogliere l’acqua che arrivava da una sorgente naturale. Visitarla è davvero suggestivo.
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Il vino
Sicuramente un altro ottimo motivo per visitare il territorio di Matera è il suo vino. Siamo stati in due aziende vinicole e la degustazione mi ha convinta della estrema bontà dei loro prodotti, oltre che dell’amore che ci mettono nel loro lavoro.
- Nella prima, l’azienda vinicola Dragone, proprio vicino alla Cripta, la spumeggiante proprietaria ci accoglie con una carica di simpatia ineguagliabile e ci guida nell’assaggio dei loro prodotti. Ascoltare la storia di questa azienda mi incanta, così come l’assaggio di uno di questi vini che si chiama Il Dono, con una limitatissima produzione. Qui si possono assaggiare i prodotti tipici a pranzo e a cena. Da segnalare le bellissime le etichette di Pietrapenta e Lamina.
- La seconda invece si trova nel Metaponto. Il Relais Masseria Cardillo è anche un bellissimo agriturismo, dove andare per rilassarsi, visitando le bellezze del posto. Ma oltre all’attività alberghiera i fratelli Graziadei, da sempre proprietari del posto, hanno puntato sulla cantina tanto da ottenere prestigiosi premi proprio con il Baruch e il Malandrina.
Ma la Basilicata non può essere solo raccontata tutta, va vissuta. Così vi invito a vederla dal vivo, a scoprirla da voi e ad apprezzare il territorio e la meravigliosa gente. Questo è solo un piccolo saggio di quello che è Matera.
Se volete dare un’occhiata a tutte le foto, potete vederle qui
Se volete leggere qualcos’altro al riguardo, andate a vedere i post di Gabriella in Dulcis.
3 Comments
saltandoinpadella
26 Maggio 2017 at 9:36Matera è un posto favoloso!!! ci sono stata l’anno scorso e me ne sono innamorata al primo tramonto. Uno spettacolo unico. Ho visto tanti posti ma devo dire che Matera è unico, sia come posto che come cibo. Divino!!!!
Ma il tacco 12 a Matera proprio non si può…
Stefania Oliveri
29 Maggio 2017 at 19:06No, ma io sono un’irriducibile anche in questo 😀
Stefania
23 Maggio 2017 at 15:46Quando un luogo lo vivi spesso, ti sembra così strano che qualcuno lo canti con tale ammirazione e lo veda con gli stessi tuoi occhi. Metaponto, il museo, è un ricordo da bambina (piccolissima) che mi accompagna e il suo richiamo lo sento ogni volta che passo sulla superstrada. Io vivo in un luogo in cui arte , modernità e antichità si amalgamano e a volte quasi si dimentica di calpestare o toccare periodi di storia antichissimi. Bello il tuo post!. Ciao e buona giornata. Stefania
Tra monti, mari e gravine