(Angelica salata senza glutine con tutorial)
Oggi esce Taste & More, la rivista on line più figa del web.
Lo so, sono di parte, ma andate a vederla e poi ne riparliamo.
Sono affezionata a questa rivista e a tutte le mie amiche blogger che collaborano, che sento quasi come una famiglia.
Guardate già la copertina, e anche se un libro non lo si giudica da questa, vi rendete già conto che non mento.
Non ve l’ho detto mai, ma quando mi hanno voluta nel team, mi hanno voluta per parlare di senza glutine.
E io ho accettato molto volentieri perché per me non si parla mai abbastanza di questa malattia.
Sì, lo sottolineo, malattia.
Perché a volte, il fatto di non considerarla tale, fa prendere sotto gamba la situazione.
Mangiare senza glutine non è un capriccio, è una necessità.
E fino a qui, molti, ma non tutti, comprendono.
La cosa difficile da far digerire è l’aspetto sociale e psicologico che questa malattia comporta, che viene spesso, se non sempre, sottovalutato.
Spesso e volentieri mi sono sentita dire “ma dai, almeno hai trovato un’alternativa”, come se dovessi essere grata per il fatto di poter mangiare almeno una cosa.
C’è un piccolo problema però, che si chiama gusto, che ovviamente, se sei malato, non hai DIRITTO, di esercitare.
Non ha importanza se l’unica cosa che ti propongono non ti piace, solo per il fatto che ci sia, tu ne devi essere felice e grata e poi mangiarla.
Questa situazione che, ai più, sembra normale, non lo diventa se sei onnivoro.
Allora lì hai tutti i diritti di scegliere quello che più ti piace e di imporre alcuni locali, piuttosto che altri, perché “lì fanno la pizza più buona dell’universo”.
Questo atteggiamento, ovviamente, mi fa incazzare scoraggiare perché se penso ad un adolescente, che ha già una vita difficile di suo (alzi la mano chi non può raccontare la storia più triste del mondo di quel periodo), deve far fronte all’insensibilità delle persone.
Da qui la mia lotta quotidiana contro questo atteggiamento, e la voglia giornaliera di espatriare in Svezia, dove il senza glutine, convive normalmente con il con glutine, dovunque, con il diritto di scelta, tanto per gli uni quanto per gli altri.
Perché, diciamolo, chi mangia solo, si strozza!
Ho questo blog da 6 anni ormai, e certe volte, mi sembra che tutto quello che ho scritto finora, e fatto e organizzato, siano state solo parole al vento…
A volte però, come nel caso di Taste & More, e non solo, le parole sono servite e non si perde occasione per proporre ricette senza glutine, buone per tutti…
Così, vi lascio la mia ricetta, che potete trovare anche su T&M, con un approfondimento sui lievitati senza glutine, quindi andate di là e andate subito a sfogliarlo!
Ed ecco la mia ricetta, l’Angelica, dal nome evocativo, una beatitudine, ed è vero, lo è, anche se non sempre è raggiungibile.
Quindi, stavolta ho voluto proporre un lievitato.
I lievitati sono la bestia nera per ogni celiaco.
Spesso i risultati sono deludenti.
E ancor più spesso, molti non celiaci pensano che questi risultati deludenti, siano il massimo che si possa ottenere da un cibo senza glutine.
Certo, non è facile riprodurlo (e vi prego di andare a guardare nella rivista l’approfondimento a tal proposito), ma se seguirete pedissequamente la mia ricetta, vi assicuro che otterrete una angelica salata e senza glutine buonissima.
Angelica salata senza glutine
Un lievitato senza glutine, che solitamente è in versione dolce, trasformato in un salato: l'angelica con robiola, pancetta e noci macadamia
Ingredients
- Per il LIEVITINO
- 68 g di farina per pane Nutrifree
- 68 g di acqua
- 10 g di lievito di birra fresco
- Per l'IMPASTO FINALE
- 200 g farina Nutrifree
- 1 misurino di latte in polvere (opzionale)
- 50 gr di acqua a temperatura ambiente
- 60 gr di latte a temperatura ambiente
- 10 gr di zucchero
- 3 gr di sale fino
- Per il RIPIENO
- 150 g robiola
- 4 cucchiai di latte
- 200 g di pancetta affumicata
- 40 g di noci macadamia opzionale
Istructions
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Per prima preparate il lievitino mescolando tutti gli ingredienti con una forchetta e lasciando riposare per 40 minuti.
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Nella ciotola della planetaria mettete la farina, il latte in polvere e lo zucchero e versate a filo l'acqua e il latte.
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Fate impastare alla velocità più bassa, fino a quando non si integrano tutti gli ingredienti.
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A questo punto aggiungete il lievitino, e continuate ad amalgamare.
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Infine aggiungete il sale e fate amalgamare bene.
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Coprite la ciotola con pellicola trasparente e lasciate lievitare per 2 ore circa, cioè fino al raddoppio.
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Preparate nel frattempo il condimento. In una padella antiaderente riscaldate la pancetta affumicata e fatela cuocere senza alcun grasso aggiunto.
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In una ciotola ammorbidite la robiola con il latte.
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Sgusciate le noci.
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Trascorse le due ore, infarinate un foglio di carta da forno e mettete l'impasto.
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Stendetelo dapprima con le mani e poi con l'aiuto di un matterello, raggiungendo lo spessore di circa mezzo centimetro, cercando di dare una forma rettangolare.
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Versate il condimento sull'impasto.
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Arrotolate l'impasto dal lato lungo aiutandovi con la carta da forno. Più l'arrotolate in maniera compatta, meglio vi verrà l'intreccio.
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Con un coltello affilato e infarinato tagliate a metà il rotolo, aprendolo in due e intrecciate le due parti cercando di tenere la parte ripiena sempre verso l'esterno. Quindi formate un anello. Trasferite su una placca e fate riposare per un'altra mezz'ora.
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Nel frattempo accendete il forno a 180°.
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Spennellate la treccia con un po' di latte. Infornate e cuocete 30/35 minuti in modalità ventilata. Fate raffreddare prima di mangiare.
E adesso, siccome sono anche temeraria, vi metto anche il video di come ho fatto l’angelica. Capirete bene due cose da questo video:
1. non diventerò mai una regista, né tanto meno un montatore;
2. e nemmeno un’attrice…
In ogni caso il video serve a far capire come l’impasto sia davvero molto più morbido di quanto di solito lo sono gli impasti col glutine, quindi più difficili da maneggiare, ma non impossibile. Alla fine, se ci sono riuscita io, può riuscirci chiunque!
Vi è piaciuta la ricetta di questa angelica salata senza glutine? Restiamo in contatto, mettete MI PIACE alla mia pagina
7 Comments
sandra
13 Novembre 2015 at 10:00RIPETO: A D O T T A M I!!!!
a parte l’angelica senza glutine, io ho provato una volta a fare un pane con la farina senza glutine ed è stato una fallimento completo di cui mi vergogno immensamente, insomma, a parte l’angelica tu sei proprio una persona speciale Stefania. e hai perfettamente ragione, la celiachia è una malattia, uno mica sceglie di NON POTER mangiare il glutine! ci dovrebbe essere più rispetto ma in Italia ancora non abbiamo abbastanza cultura del rispetto purtroppo e non solo per il senza glutine, non abbiamo la cultura del rispetto per tante, per troppe cose importanti.
grazie per il tuo video, mi sono emozionata nel sentirti parlare!!!
porta immediatamente questa meraviglia a Panissimo #35, siamo dalla Terry questo mese…..
ti voglio bene, ma tanto bene, sappilo!
Stefania FornoStar Oliveri
13 Novembre 2015 at 11:18GRAZIE MERAVIGLIA DELLA NATURA, PROVVEDO SUBITO <3
Monica
12 Novembre 2015 at 16:10E’ bellissima questa Angelica e mi ha emozionato sentire la tua voce sai? Conoscendoti solo attraverso il blog mi mancano certe sfumature!
Ed è bello leggere le tue parole di giusto sfogo, per una malattia, e non come molti la usano, ossia una moda, quasi a sbeffeggiare chi certi cibi è costretto a non mangiarli. Ah, a volte il mondo gira proprio storto, e la mancanza di rispetto purtroppo è all’ordine del giorno.
Un bacio grande grande e bravissime voi, che avete reso ancor più bella questa rivista!
Angela
12 Novembre 2015 at 10:46Guarda.. già stamattina ero avvilita di mio… uff!
Meno male che almeno a casa riusciamo a portare in tavola cosine che portano via, da quanto son buone!!!
L’angelica poi l’adoro e non ho mai provato la versione senza glutine salata!!!!
Ma ci arrivo, eh!!! …questa mi fa sbavare
saltandoinpadella
11 Novembre 2015 at 17:38Potrei scrivere che ti capisco, ma in verità credo purtroppo di non capirti veramente. Come diceva mia nonna “se una cosa non si prova non si può veramente sapere com’è”. Bisogna trovarsi in una situazione per capire tutte le implicazioni che ci sono. Quello che mi dispiace è che la gente non prova neanche a cercare di capire, ma continua a pensare che i celiaci lo facciano per capriccio.
francesca
11 Novembre 2015 at 14:54Quanto mi piacciono le persone determinate… Cazzute (si può dire?). Chapeau!
Stefania FornoStar Oliveri
11 Novembre 2015 at 17:41Si può dire! 😀 <3