(Pizza con lievito madre e senza glutine)
Non giudico mai un libro dalla copertina.
E di conseguenza nemmeno tutto il resto.
Non significa che non lo vedo, ma solo che non lo giudico.
Non mi faccio infinocchiare dai bei vestiti firmati per pensare che chi li indossa è una persona perbene.
E viceversa.
Ripeto, lo vedo, ma non lo giudico.
Giudico, però, e pesantemente, l’onestà intellettuale.
Non mi piace chi sfrutta gli altri. E soprattutto non mi piace chi sfrutta gli altri, facendogli credere che gli sta facendo una cortesia.
Non mi piace l’ingiustizia e chi la pratica.
Non penso che ci sia giustizia per tutti. Basti pensare allo sproposito degli stipendi di alcuni e di altri pur avendo entrambi una larea, un concorso, ecc.
E non mi piace, soprattutto, chi approfitta delle debolezze altrui, per costruirci sopra il suo bel castello.
Chi è più debole, va tutelato e non viceversa.
E non mi piacciono quelli che si guardano il loro giardino fregandosene del mondo intero e, peggio, speculando sul mondo intero.
Per questo ho trattato alla pari sempre tutti.
Ma questo non è stato mai considerata una qualità.
E spesso viene letta in maniera negativa.
Come quella volta in cui un ragazzino tunisino, compagno del pargolo n. 2, lo prendeva in giro, chiamandolo “occhi storti”.
E io, invece di arrabbiarmi e tuonare fulmini e saette, cercavo di far capire a mio figlio che non faceva niente, che era il suo tratto distintivo, così come il fatto che fosse biondo, riccio, con gli occhi azzurri, insomma fatti incontrovertibili, così come il tratto distintivo del suo compagno fosse il colore scuro della pelle.
Convinsi così bene il pargolo, che non pianse più, e non ci soffrì, più, considerando la cosa solo un mero e puro dato di fatto.
L’indomani, all’ennesimo insulto, il pargolo cercò di spiegarlo al bambino, che invece era un marcio.
Il quale, in maniera furba, la risolse rivolgendosi all’insegnate, tacciando mio figlio di razzismo.
L’insegnante, manipolata, e senza ascoltare la seconda campana, punì mio figlio e gli fece scrivere tre pagine di “non sono razzista”.
Ovviamente il povero pargolo si senti “cornuto e mazziato” e venne a casa piangendo, dove anche il mo dolce doppio lo rimproverò per il fatto di aver chiamato “nero” il suo compagno.
Finalmente arrivai io a casa e spiegai la situazione al marito che capì immediatamente il fraintendimento.
Ma non restai in silenzio nemmeno con l’insegnante e le scrissi una bella lettera di accusa nei miei confronti.
Spiegai che aveva ragione lei e che la vera razzista a casa ero proprio io, che avevo consolato mio figlio dandogli quella spiegazione, ma che la vera ragione del mio razzismo nasceva da lontano, quando non avevo chiesto il risarcimento dei jeans appena comprati, rovinati irrimediabilmente dalla colla a caldo, proprio da questo bambino, perché essendo tunisino, presupponevo che la famiglia non se lo sarebbe potuto permettere; che non avevo chiesto nemmeno il risarcimento di righelli, penne, gomme e portacolori, così come di un libro che, sempre questo bambino, aveva rotto o perso a mio figlio, sempre in ragione del colore della sua pelle.
L’insegnante capì, e anche io ebbi un’importante lezione…
Anche con questa farina Polselli ho imparato a non giudicarla dall’aspetto.
Come il pane dell’altra volta, questa pizza mi è venuta un po’ pallida, ma il sapore è veramente buono.
Quindi, prima di giudicare l’aspetto esteriore di questa pizza, imparate a conoscere le nostre farine, e a cucinarle e ad avere gli stessi risultati di una pizza normale, e poi potrete parlare.
Pizza
Ingredients
- PER L'IMPASTO
- 500 g farina per pizza Polselli
- 330 ml di acqua minerale a temperatura ambiente
- 270 g di lievito madre rinfrescato
- 10 g di sciroppo di riso
- 15 g di olio extravergine d'oliva
- 5 g di sale integrale di Trapani
- CONDIMENTO
- salsa fresca
- mozzarella
- bacon
- qualche foglia di basilico
Istructions
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Nella ciotola della planetaria mettete il lievito madre e l'acqua e fate sciogliere.
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Aggiungete la farina e mescolate con il gancio a foglia, dapprima a velocità ridotta e poi ad una velocità maggiore.
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Aggiungete lo sciroppo di riso, e dopo l'olio.
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Infine il sale.
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Quando il composto è ben amalgamato, coprite l'impasto con la pellicola e fate riposare in frigo per tutta la notte.
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La mattina successiva tiratelo fuori e aspettate fino al raddoppio ( il mio ci ha messo 5 ore).
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Stendetelo su quattro placche rotonde da forno e accendete il forno a 200° (ventilato).
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Cospargete con salsa fresca e mettete in forno per 20 minuti.
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Tagliate la mozzarella e mettetela solo gli ultimi 5 minuti, insieme al bacon.
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Tiratela fuori dal forno e mangiate calda, tiepida o fredda, è sempre buona.
Note
Se volete farla con il lievito di birra usate 10 g di lievito di birra. Ovviamente i tempi di lievitazione diminuiscono, ma vale sempre il discorso del raddoppio dell'impasto.
Con questa ricetta partecipo al Contest “Non c’è spiga che tenga” indetto dalla Confraternita della pizza
e partecipo al 100% Gluten Free (Fri)Day
8 Comments
Pizza senza glutine - Gluten free travel & living
30 Settembre 2015 at 22:01[…] https://www.cardamomoandco.it/2015/09/pizza-con-lievito-madre-e-senza-glutine.html […]
ely - Glutenfreeely
20 Settembre 2015 at 21:40Noi più degli altri, con il cibo senza glutine, abbiamo imparato a non giudicare mai il libro dalla copertina. Bellissima la tua pizza e la prossima la faccio dedicata a te con il tuo lievito madre e la tua ricetta! <3
m4ry
20 Settembre 2015 at 9:56Ci sono forme di razzismo al contrario…e sono quelle che nel tentativo di tutelare chi è “diverso”, lasciano correre, lasciano andare, o magari enfatizzano atteggiamenti di gentilezza e cortesia. Non so se mi sono spiegata. Insomma, capita che anziché trattare i “diversi” in modo uguale, per dimostrare che non siamo razzisti, li trattiamo con i guanti bianchi. Ecco, per me questo è comunque razzismo. Per me non esistono distinzioni di sesso, razza, colore o religione. La maestra di tuo figlio è stata estremamente superficiale e ha utilizzato tuo figlio per lavarsi la coscienza e dimostrare che lei non è razzista e che tratta tutti in modo uguale. Ma non è così. Lei ha dimostrato di essere la prima ad essere razzista.
Le hai dato un bell’insegnamento. Sei stata grande. E comunque, sento di abbracciare totalmente il tuo post. Parola per parola. Buona domenica 🙂
p.s. la pizza ha un aspetto magnifico !
Stefania FornoStar Oliveri
20 Settembre 2015 at 21:17Sì, ti sei spiegata benissimo e la penso esattamente come te!
Mary Di Gioia
19 Settembre 2015 at 18:25meravigliosa Stefy!
Mi piace un sacco,e la prossima volta provo la tua versione 😉
Stefania FornoStar Oliveri
20 Settembre 2015 at 21:18:*
lagaiaceliaca
18 Settembre 2015 at 16:58Mi sembra davvero buona, altro che palliduccia!
E sul resto. mi piace. Sempre la solita battagliera tu…
Raffy
18 Settembre 2015 at 16:20Bella pizza!! Baci