(In questo post Bavarese ai cachi senza uova)
Ieri ho visto l’albero di natale di un’amica e quando le ho chiesto “di già?”, lei mi ha risposto che continua ad amare il natale come quando era piccola. E, così, ho capito perché invece io odio il natale, fin daquando ero piccola!
Cominciamo dall’albero.
Il mio era bianco, in perfetto stile anni ’60, tutto oro e fucsia.
Ora, una bambina nata negli anni ’70, contornata da alberi multicolor, poteva mai amare quell’albero?
Mia mamma, però, diceva che era più chic di quelli multicolor e io, che adoro mia madre, mi lasciavo convincere, anche se, non per questo, non odiavo, lo stesso, quell’albero.
Finalmente, l’albero bianco si rovinò, o mia madre cedette, ed arrivò quello verde.
Le decorazioni rimasero le stesse, ma si aggiunse anche un filo di lucine colorate… Alla fine, non so se erano stati i numerosi anni di pressing mammeschi, o solo perché ormai grandetta mi ero “scicchizzata” anche
io, per cui mi ero convinta, ma anche quell’albero non mi soddisfaceva.
io, per cui mi ero convinta, ma anche quell’albero non mi soddisfaceva.
Albero, che arrivava, puntualmente, in ritardo. Mio padre era uno specialista a portarlo il 22 sera, dopo che per un mese io avevo pianto, rotto e strepitato per averlo.
Il culmine, però, fu raggiunto quando portò sì un abete, ma a forma di palla (chissà dov’è che l’aveva scovato) e io piansi fino alla befana!
L’anno successivo, mia madre pensò bene di comprarne uno finto (come si diceva allora, che non si avevano velleità ecologiste), così da averlo montato già per l’8 dicembre!
A quel punto riuscì anche a far cambiare colore alle decorazioni dell’albero e si aggiunsero, anzi no, si sostituirono a quelle
fucsia, con un ben più tradizionale rosso. Sparirono anche le lucine colorate, ormai avevo assimilato la lezione su ciò che era chic e ciò che non lo era, e comprammo delle lucine gialle tutte uguali.
fucsia, con un ben più tradizionale rosso. Sparirono anche le lucine colorate, ormai avevo assimilato la lezione su ciò che era chic e ciò che non lo era, e comprammo delle lucine gialle tutte uguali.
Solo che già cominciavo ad essere grandetta e così si delegò a me il compito di addobbarlo… e, qui, stendo un velo pietoso, perché cominciai a pensare che non era poi così necessario farlo per forza!
A tutt’oggi, il compito di decorare l’albero è mio, solo che adesso: io lavoro fuori, lavoro a casa, ho tre figli e un marito e ancora mi chiedo perché sia necessario farlo e perché proprio io!
Altro capitolo traumatico riguarda il presepe.
Non so perché, ma pur avendo un meraviglioso presepe, mia mamma non voleva che lo montassi.
Ad un certo punto mi comprò dei personaggi mignon e mi accontentò con quelli.
Solo dopo molti anni scoprì che mio padre aveva un presepe con dei personaggi enormi. E così mi impuntai a fare quello!
Una soddisfazione non da poco! Quei pastori enormi, la grotta separata dalla sacra famiglia, persino gli angeli, la stella cometa, il pozzo e il laghetto in questo immenso tesoro.
Per qualche anno mi fu concesso di farlo, poi fu riposto in garage e nessuno andò più a prenderlo, in cantina, e non si fece più.
Quando mi sposai e divenni madre, decisi che, i miei figli dovevano fare il presepe del nonno. E raccontavo loro di questo presepe enorme, dove i pastori erano giganti… Mai delusione fu maggiore, perché i pastori sembrarono loro normali, ed effettivamente anche a me sembrarono tali, forse giusto perché non avevamo il confronto con quelli davvero mignon che mi aveva comprato mia madre… e capì quanto erano mignon quelli!
24-25-26 dicembre. Niente era peggiore di quei giorni. Li passavamo con le uniche due zie che abitavano a Palermo come noi. Il 24 da zia Teresa, il 25 da zia Linda e il 26 (santo Stefano) da noi.
Un incubo non da poco, visto che le mie due cugine si univano contro di me e mi faevano dispetti di tutti i colori.
Altro trauma era dovuto al fatto che le mie zie decidevano che i bambini mangiassero tutti insieme in cucina… E oltre alla compagnia, non del tutto gradita, ci toccavano tovaglia, piatti e bicchieri giornalieri e menù per bambini, che io odiavo profondamente. Avrei voluto mangiare coi grandi, gustare quelle pietanze succolente e soprattutto avere una tavola apparecchiata da natale…
Il 26 poi si mangiava a casa mia perché, notoriamente, è Santo Stefano e mi si festeggiava… Mangiavamo tutti allo stesso tavolo, con mio sommo gaudio, e mia madre ogni anno faceva il tacchino ripieno e il panettone col cioccolato. Io mi aspettavo un altro regalo, e invece il 24 ricevevo un regalo “più grosso”, dicevano loro, e così anche questo festeggiamento, per me, passava in sordina!
Questa cosa negli anni si è trasferita a noi cugini. Mio cugino organizza il 24, una mia cugina il 25 e il 26 tocca a me, sebbene io non ami festeggiare gli onomastici.
Da quando sono diventata celiaca, e cioè da quando ho anche una casa e quindi festeggio da me, ho deciso che devo fare tutto il menù gluten free. Essendo gl intimi soltanto una trentina, ho anche deciso, nel tempo, che era meglio organizzare un tè… Ma io sempre sicula sono, capite bene che un tè, non significa un tè e due biscottini, ma un tripudio di dolci, tutti rigorosamente senza glutine, quindi, tutti rigorosamente confezionati da me, da sola!
Un tè, che ogni anno si è trasformato in una cena e che mi ha visto costretta negli anni ad integrare anche con dei salati. Cosa che evidentemente, dopo tre giorni di abbuffate un tè, degno di una tre giorni, non bastava e alla fine, si scendeva anche a prendere la pizza perché “i bambini” prima, “i ragazzi” dopo, “i vecchi” nel futuro” hanno fame!
Pizza che, ovviamente, il 26 dicembre era rigorosamente col glutine (già è difficile trovare quella senza in tempi normali, figuriamoci il 26 dicembre), ed io costretta ad apparecchiare, servire, sparecchiare, ad uso cameriera, per tutti sotto l’effluvi di una succolenta pizza resuscita morti!
Quest’anno, però ho deciso, si cambia tutto!
Innanzi tutto, niente albero. Il mio enorme, meraviglioso, scintillante albero oro e argento andrà in pensione. Al suo posto ho deciso che metterò dei rami secchi dipinti d’argento, giusto per creare l’atmosfera. Le lucette rimangono, ma solo nel vaso dove metterò i miei rami, anche se ancora devo studiare il modo per accenderle dentro un vaso…
Il presepe, rimane, e troveremo un ambientazione più consona della cameretta del pargolo n. 3, ma dovrà farlo lui.
Il 26 rimane anche quello… Anche se ormai non siamo più i soliti intimi, ma ci siamo moltiplicati e siamo diventati circa 60 (e non pensate male, non ci siamo riprodotti, si sono solo aggiunti i miei amici!)
Così ho deciso che può venire chi vuole, solo che deve portare qualcosa di commestibile e per giunta gluten free, perché altrimenti rimane fuori dalla porta.
La pizza salta… Anche perché quest’anno anche il pargolo n. 3 è celiaco e anche mia cugina e mica possiamo soffrire in tre! E poi spero che ci sia tanto di quel cibo da non sentire la mancanza della pizza!
Bavarese ai cachi (dall’Enciclopedia della Cucina Italiana, Frutta e dolci al cucchiaio, La Biblioteca di Republica)
500 gr di polpa di cachi (i miei maturi e dolci)
2 dl di panna
2 dl di panna
80 gr di zucchero
15 gr di gelatina in fogli
1 dl di acqua
1 dl di acqua
Per la salsa
300 gr di cachi
50 gr di zucchero di canna
Guarinizione:
tre palline di zucchero alla violetta
Ammorbidite la gelatina in acqua fredda per una decina di minuti. Nel frattempo, lavate i cachi, e prelevate la polpa con l’aiuto di un cucchiaio. Frullatela con un mixer.
Nel frattempo, in un tegamino, fate bollire l’acqua con lo zucchero, fino a quando lo zucchero non si sarà sciolto. Quindi unite la gelatina strizzata e mescolate per farla sciogliere. Fate raffreddare leggermente.
Nel frattempo montate (ma non troppo) la panna ben fredda (se volete potete aggiungere un cucchiaio di zucchero a velo). Mescolate delicatamente i due composti e distribuite in uno stampo grande o in quelli monoporzione (a me ne sono venuti 10) e mettetelo in frigo per almeno 2 ore.
Preparate anche la salsa di cachi.
Lavate i cachi e raccogliete la polpa e frullateli con lo zucchero. In teoria se ne dovrebbe conservare qualcuno da tagliare a pezzetti. I miei cachi però erano troppo maturi…
Servite.
Stendete un letto di salsa, adagiate la bavarese, distribuite anche un po’ di salsa sopra e guarnite con lo zucchero alla violetta.
Delicatissimo.
Suggerimenti:
-come vi ho già detto è la mia prima volta che faccio una bavarese. Mi sono divertita a farla perché è davvero semplice… Solo che dopo averla fatta, mi è venuto il dubbio che avessi dimenticato le uova… Ma non ci vanno le uova nelle bavaresi??? Ho chiesto lumi alle amiche esperte di FB (e della mia vita), e mi hanno risposto che, sì, ci vanno… Un dubbio amletico mi è sorto: E ALLORA PERCHE’ IL LIBRO LE CHIAMA BAVARESI???? Se avete una risposta, fatevi sotto, io aspetto.
– Inoltre, siccome non avevo mai fatto la/il bavarese (visto che a quanto pare è maschio…) vi dico anche che, ho fatto lo sciroppo di zucchero, così come scritto, l’ho fatto raffreddare un poco, poi ho aggiunto la gelatina, e poi ho versato sulla purea di cachi, perché avevo paura che aspettando il tempo di raffreddamento dello sciroppo, insieme alla gelatina, mi si solidificasse.
– Inoltre, siccome non avevo mai fatto la/il bavarese (visto che a quanto pare è maschio…) vi dico anche che, ho fatto lo sciroppo di zucchero, così come scritto, l’ho fatto raffreddare un poco, poi ho aggiunto la gelatina, e poi ho versato sulla purea di cachi, perché avevo paura che aspettando il tempo di raffreddamento dello sciroppo, insieme alla gelatina, mi si solidificasse.
– E adesso un vero suggerimento: se per caso doveste montare troppo la panna tanto da diventare dura (ma con quella fresca non succede, almeno non a me che temo sempre che impazzisca), non temete, passate con un mixer per qualche secondo;
– e un trucco per sformarle facilmente da uno stampo a silicone (quale ho usato io). Mettetele in freezer per 15 minuti, si sformeranno alla grande. Se invece usate uno stampo rigido, basta immergere lo stampo in acqua calda per qualche secondo… Attenzione, non più di qualche secondo, perché altrimenti si sciolgono!
– inoltre, potete congelare le bavaresi. Basterà prelevarle dal freezer due orette, ma anche tre ore prima di servirle, e il gioco è fatto, ovviamente facendole scongelare in frigo;
– infine, con queste dosi a me sono venute 10 bavaresi di dimensione media, ma tutto dipende dai vostri stampini.
A presto
Stefania Oliveri
22 Comments
Chubs
7 Luglio 2014 at 15:13Che idea geniale questi bavaresi (neanche io mi abituo con questo maschile…per me, nella testa, sono sempre "le bavaresi"!). Grazie!
Dolci a gogo
3 Dicembre 2012 at 12:34Certo cara Stefania, a volte nel corso della vita si cambia e quello che ci sembrava impossibile da cambiare e radicato nelle nostre abitudini può tramutarsi anche in un rifiuto e dalle tue parole ti capisco e capisco il trauma vissuto perchè questa divisione ingiusta capitava anche a me!!! Io ho due cuccioli in casa che senza albero mi lincerebbero anzi devo ancora farlo però devo dire che amo l'atmosfera del natale mi coccola in maniera paricolare però mi stressa e pure tanto quindi se ti senti di vivere il tuo natale cosi ben venga e chi se ne frega!!Che delizia questa bavarese ai cachi mi fionderei nel monitor!!Baci,imma
mimma
1 Dicembre 2012 at 21:33amo il Natale da sempre. Ho stupendi ricordi della mia infanzia quando mia madre invitava tutti i parenti a casa nostra. Io sono figlia unica e ho sempre amato questi momenti di aggregazione familiare. Adesso non amo piu' le aggregazioni familiari (parenti serpenti) ma amo sempre fare l'albero e il presepe, tutto nel mio soggiorno dove passo il tempo che sto a casa. Ma solo la sera del 24….poi…tutto il resto, per me, sono delle giornate normali, di ferie…..
Fabrizio Laggiard
1 Dicembre 2012 at 15:20Complimenti per il bellissimo blog. Se vuoi scoprire i dolci tipici piemontesi vieni a trovarci su http://www.dolcepiemonte.com . Scoprirai anche delle gustose idee per i tuoi regali di Natale.
ciao
roberta
30 Novembre 2012 at 22:48Io invece lo adoro il Natale. Domani tiro fuori le decorazioni e comincio ad addobbare la casa…Però sono fortunata, perché da quando vivo in Olanda, i festeggiamenti sono strettamente riservati a pochissimi intimi. Nemmeno io lo amerei se dovessi essere costretta a sopportare resse di gente per tre giorni di fila!!
Un'arbanella di basilico
30 Novembre 2012 at 20:16Ciuao Stefania, non so da dove cominciare a risponderti, comincio dalla fine, non per dirimere la questione delle uova, ma solo per dire che questo dolce, qualunque cosa sia, è davvero buono! Quanto al Natale, ho postato una lamentela sul fatto che vorrei non venisse, proprio qualche giorno fa. Magari anche io ho avuto un trauma da albero da piccola o da presepe e non me lo ricordo!!!! Però faccio il compleanno il 5 gennaio e il regalo è sempre stato unico, a Natale, che invidia delle amiche che il compleanno l'avevano in giugno e si beccavano due regali bellissimi. Vabbè, ormai sono grande, ma il Natale continua ad incombere su di me 🙁 Un bacio grande a presto
spuntiespuntini senza glutine
30 Novembre 2012 at 19:49Ogni anno obbligavo mia madre a fare l'albero, mi sono tolta il vizio da quando lei obbliga me a toglierlo il 7 gennaio!anche noi un tempo facevamo il presepe e organizzavamo le spedizioni in montagna per andare a raccogliere il muschio!devo essere sincera, queste cose un po' mi mancano, mi manca anche il fatto di avere un albero pieno di regali. Ci sono due tradizioni che però sono rimaste: la sera del 24 ci ritroviamo a casa delle amiche d'infanzia della mamma, le cui figlie sono diventate le mie amiche d'infanzia, sempre le stesse facce, ogni anno…bellissimo!e poi una tradizione buffa dell'1 gennaio, stremati dalle feste rifiutiamo tutti gli inviti e pranziamo a casa, tutti e 4, in pigiama, però con le posate d'argento, le brocche e il servizio "quello buono"!:) ti abbraccio, Fede
Marilena
30 Novembre 2012 at 16:19Stefi…mia mamma dice sempre che prima o poi tutta sta voglia di natale mi passerá……sará che cm dici tu, crescendo e avendo tante cs da fare poi sn altre le prioritá! In tutto questo……sicuramente la tua infanzia gioca un bel ruolo….:) ma sn sicura che anche senza albero in casa tua cisia una voglia di armonia bellissima
Satsuki
30 Novembre 2012 at 16:14Non ho mai fatto la bavarese, ma leggendo la ricetta la mancanza delle uova potrebbe essere giustificata dall'uso della gelatina? Urge controllare sul libro sull'Agar agar :D! Comunque, uova o non uova, la tua è una vera goduria…cambierei solo i cachi, per un unico motivo: non mi piacciono ^^''.
Per il Natale, poi, non mi piace più da un po'. Intendiamoci, mi piacciono le vacanze e l'atmosfera natalizia (per non parlare dei dolci XD!), ma non la sensazione di forzatura che ho quando passo del tempo con persone che non sopporto, cioè l'80% dei miei parenti ^^''
Marjlou
30 Novembre 2012 at 15:40Sarà che durante tutto l'anno vivo lontana dalla mia famiglia, ma io lo amo visceralmente il Natale, e tutto quello che vuol dire: casa, parenti, amici, coccole di mamma e papà anche se non sono più una bambina, e la tombola e i cartoni animati da guardare con i bimbi… insomma un giorno speciale che aspetto tutto l'anno!
Ma se sul Natale non ci troviamo sulla stessa lunghezza d'onda, però su questo dolce mi sento di farti davvero i complimenti, sembra buonissimo!
Glu.fri
30 Novembre 2012 at 15:17Bello il natale dai..a me piaceva tanto, la preparazione della tavola, l'esserci tutti insieme in una famiglia di matti viaggiatori. Adesso mi manca e mi manca il fatto che non riesco a darlo a mia figlia..
Vabbé almeno non avrá traumi da albero chic..Bacioni e bellissima la bavarese di cachi
Baci
Simo
PS la bavarese in realtá mascula é…bavarois…Baci
Stefania Orlando
30 Novembre 2012 at 15:12Hai risvegliato alcuni ricordi sopiti, tipo tutti che facevano gli auguri a mio padre, che si chiama Stefano, il 26 dimenticandosi della sottoscritta 🙂
Nonchè alcune cugine odiose che mi facevano i dispetti e tiravano i capelli: ma mi sono vendicata…insomma, viva il tuo non-Natale!
Francesca
30 Novembre 2012 at 15:12premesso che amo il Natale..che amo decorare l'albero…che amo mangiare..fino a vomitare…detto questo…non sai quanto mi dispiace aver letto il tutto perchè mi ricorda quando anche noi bimbi mangiavano nella cucina menù bimbi e i grandi mangiavano di tutto e di più…e io scappavo per il salone perchè con i miei cugini non ci volevo stare..io unica femmina in mezzo a tre maschi..più mio fratello mignon..Però dai almeno..è Natale…(e so quanta fatica costa)..
Loredana
30 Novembre 2012 at 15:10Con un vissuto così non ti biasimo affatto!!
A me il Natale mette tanta di quella tristezza da rasentare la depressione, mi obbligo a viverlo secondo la mia idea romantica che comprende luci, musiche, addobbi, profumi e calendari.
E' uno stress, inutile negarlo, sia prima che dopo, oltre alla fatica fisica di pulire, smontare, imballare, ma se non ci fosse, forse lo inventeremmo in un altro modo.
Per quanto riguarda le bavaresi non tutte contemplano l'utilizzo delle uova ( sto sfogliando un libro di Santin), mentre in tutte è presente la colla di pesce e la panna, forse è questa la caratteristica, ma io non sono un'esperta!!
Anonimo
30 Novembre 2012 at 14:26Ho giusto due cassette di cachi del mio fantastico albero ma mi sfugge la quantità di panna che non trovo indicata negli ingredienti, ce lo sveli? grazie laura
ilcucchiaiodoro
30 Novembre 2012 at 14:16Vedi chi come me non festeggia il Natale non ha di questi "problemi"… Qualche settimana fa sono andata avanti a mangiare cachi perché mio suocero aveva pensato di comprarne una cassettina intera… Ad avercela questa ricettina!
Ka'
30 Novembre 2012 at 13:20Carissima Stefania come potresti non odiare il Natale?! I tre giorni di festeggiamento, a tavola in cucina a mangiare cibi da bambini, poi la pizza mangiata sotto il tuo naso, nel corso degli anni i "tormenti" son cambiati, ma cessati mai… Io prenoterei un bel viaggio in qualche posto del mondo dove il Natale non sappiano neanche cos'è, per la cronaca neanche a me piace il Natale, mi deprime, anche se non ne conosco la ragione…
Mi sa che la bavarese vera e propria contenga uova e panna montata, ma non vorrei dire un'eresia. I libri spesso riportano titoli delle ricette, che sembrano dati a caso, ma bando ai nominalismi la tua bavarese o non bavarese è buonissima che ce la divoriamo! Bacioni e resisti a questo periodo, mi raccomando!
ELel
30 Novembre 2012 at 13:14Uhiuhi che brutti ricordi!! E ci credo che odi il Natale! MI piacerebbe farti vedere i Natali a casa mia, così forse capiresti cosa significa un bel Natale 😉
Declino la bavarese perché pur avendo un albero di cachi centenario, qui in casa li odiamo tutti!
Letiziando
30 Novembre 2012 at 12:29La mia casa è troppo mignon per ospitarci tutti (orami siamo in cinque) e pure l'albero con pallette annesse, quindi un festone e rizzati! La mousse di cachi mi acchiappa proprio ed anch'io qualche giorno fà l'ho postata sul mio blog. Ma molto più pesante della tua, con panna, crema di marroni e uova….
un abbracione
Patty
30 Novembre 2012 at 11:59Tu sei una persona traumatizzata. Ed i tuoi racconti lo dimostrano. Ed è un peccato perché sei così dolce e simpatica, che non te lo meriti proprio. Io sono del partito: fai come ti pare! Nonostante ami il Natale in maniera maniacale (da domani c'ho già le musichine in casa dalla colazione in poi), sono dell'idea che ognuno debba fare come gli pare e piace. E le tue idee sono bellissime…il tea del 26 ti è sfuggito di mano però!
Ti abbraccio forte, ho riso come una matta a leggere i tuoi ricordi! Pat
Saretta
30 Novembre 2012 at 11:55Consolazioneeeee!perchè siamo in 2 a non amare il Natale!Io sono praticante ma non amo questa festa per tutto il popò d'affanno che ci sta dietro, in cui si perde il vero significato della festa.Giorni a sbattersi come se dovesse finire il mondo(ups, quest'anno forse ci fregano prima!)per cosa?
Bah, gradirei più sobrietà e basta falso buonismo.
Io non amo l'albero, pensa che in casina mia qui a Milano, decordo un lampadario fatto a trami dalbero con decori vari..è l'albero appeso!Poi il presepe è mini ma c'è.Da piccola aveva un'altra magia, forse perchè vivemamo solo gli aspetti più belli ed eravamo senza affanni.
Senti, sta mousse di cachi mi fa capottare, che bbonaaaa!
Piesse, ho ripreso i cachi mela, e ti penso sempre 😀
Bacione grande e buonissimo we bellezza!
colombina
30 Novembre 2012 at 11:49Io adoro i cachi… questo dolce mi sembra delizioso. Per Natale il effetti è un po' soffocante, io non sento il clima natalizio da anni, ma come mamma adoro farlo per i miei bimbi, costruiamo insieme le decorazioni e facciamo i dolcetti. Un bacio!!!