Da qualche anno si è diplomato un mio alunno, figlio di un mafioso. Non un mafioso “grande e importante”, ma di quelli che servono ai capi per fare il “lavoro” sporco… Infatti il padre di questo mio alunno era in già in carcere, quando lui è arrivato, e ci è rimasto per tutti e 5 gli anni del liceo di suo figlio e forse anche di più.
Però la mafia è “buona” e “aiuta” la famiglia in difficoltà, per cui se il mio alunno e la sua famiglia ce l’hanno fatta a sopravvivere è per merito della mafia…
Questo ragazzo, bello come il sole, simpatico in maniera straordinaria, un leader positivo all’interno della classe, per 5 lunghissimi anni non ha mai partecipato al progetto Legalità della sua classe. Si andava alle conferenze, si andava al cinema, si facevano balletti e mangiate, ma lui non ha mai partecipato. Con dignità, sia chiaro, ma non ha mai partecipato. Restava a scuola, da solo, non faceva le assenze strategiche e per 5 lunghissimi anni, ci ha detto “non posso, loro ci campano e per rispetto a mio padre, non posso”.
Il mio cuore, il cuore di tutti noi, potete immaginarlo, ci si stringeva ad ogni occasione e a niente servivano discorsi del tipo “venire a vedere un film o sentire una conferenza, non scalfisce il bene che vuoi a tuo padre, nè quello che lui vuole a te…”
E però, evidentemente, i nostri discorsi, il nostro esempio, il nostro impegno, voglio credere, o forse solo la sua meravigliosa coscienza, non l’hanno portato sulla cattiva strada.
Prima di diplomarsi, col massimo dei voti, gli abbiamo consigliato di andarsene, di partire, di ricominciare una vita altrove, lontano da quegli “obblighi”. Qui sarebbe stato troppo difficile sottrarsene. Lui meritava una vita migliore e diversa da quella di suo padre… Ma lui è rimasto.
Prima di diplomarsi, col massimo dei voti, gli abbiamo consigliato di andarsene, di partire, di ricominciare una vita altrove, lontano da quegli “obblighi”. Qui sarebbe stato troppo difficile sottrarsene. Lui meritava una vita migliore e diversa da quella di suo padre… Ma lui è rimasto.
Continuamo a seguirli, i nostri alunni, anche quando lasciano il “nostro” nido, perché quando ci stai insieme per 5 lunghissimi anni, finisci per amarli come se fossero figli tuoi. Palermo è una grande città, ma non abbastanza per non seguirli, per non sapere. E poi ci vengono a trovare, tutti, quasi tutti… lui no.
Per qualche anno non si è fatto sentire, una volta l’ho pure visto da lontano, ma evidentemente mi ha vista anche lui e si è nascosto… Il dolore è stato grande, ma sono certa che il motivo fosse che non voleva deludermi, vedendolo ancora qui.
E però… e però la sua magnifica coscienza l’ha portato a cambiare strada, a trovare un lavoro onesto, a fidanzarsi con una ragazza onesta, figlia di gente perbene.
L’altro giorno l’ho incontrato di nuovo per caso, e non volendo metterlo in imbarazzo, avevo fatto finta di non vederlo. E invece lui mi viene incontro con la sua bella fidanzata, me la presenta, mi racconta e mi dice “prof. stiamo partendo io e la mia ragazza… come volevate tutti voi e a casa sono tutti felici!”
Il mio cuore si è riempito di gioia, perché comunque abbiamo creato una coscienza e perché mi sono sentita come se ne avessi strappato uno alla mafia…
Adesso lui è partito e ha ricominciato altrove!
Dedico questo racconto, vero, a tutte le vittime della mafia, a quelle passate e conosciute e sconosciute, a quelle presenti e a quelle future… sperando di creare coscienza, e che questa, no faccia più di vittime.
Stefania Oliveri
32 Comments
Anonimo
23 Maggio 2012 at 17:25Probabilmente uno dei pochi casi in cui la scuola italiana ha fatto qualcosa di buono per i giovani
๓คקเ ☆
23 Maggio 2012 at 11:46Una sola parola: GRAZIE. Di cuore.
Una vita salvata vale più di mille tesori.
Patty
22 Maggio 2012 at 17:06Amica cara, di queste storie voglio leggere tutti i giorni sui giornali o sui blog, ovunque. Ho il cuore che trema e ti giuro sento le lacrime premermi dietro le palpebre. Posso sentire il bene che provi e l'orgoglio che ti ha riempita il petto. Posso immaginare la luce dei tuoi occhi mentre lui ti saluta. E' una storia talmente bella che dovrebbe essere scritta. Grazie per avercela raccontata. Grazie.
Ti abbraccio forte forte, Pat
Dida70
22 Maggio 2012 at 14:07cara Stefania…come tante altre anche io mi sono commossa…da sabato mattina ho un groppo in gola che non scende…in questi giorni poi, nei quali ogni anno, da venti anni, ripercorro con ossessiva precisione i fatti occorsi nella tua bella Sicilia che in quei momenti è diventata la terra di noi tutti, almeno io credo così, è ancora più difficile…ieri sera guardavo su Rai3 lo speciale dedicato ai 57 giorni vissuti da 'cadavere ambulante' di Paolo Borsellino e, come sempre da venti anni, non riesco a farmene una ragione, non riesco a non arrabbiarmi, a non piangere lacrime di disperazione per ciò che era… che è sotto gli occhi di tutti … poi arrivi tu con la tua storia e dai un senso all'essere Prof….io che il senso di questa parola me lo stavo dimenticando, nelle mie poche esperienze da supplente l'avevo persa quasi tutta la speranza…ma oggi le tue parole sono come un faro, ti chiedo il permesso di linkare questo tuo post…domani non so se aggiorno il blog o la bacheca di Fb, in qualche modo ricorderò questo giorno e ti chiedo il permesso di citare questo tuo post perchè questo è il senso civico che tutti Prof. e non dovremmo avere…posso solo immaginare la tua felicità nell'incontrare e nel 'riconoscere' questo alunno speciale … brava Stefania…un applauso a te e a tutti i Prof con una coscienza!!!
ti voglio bene
dida
Carlotta Negro
22 Maggio 2012 at 12:02Tutti i prof hanno un ruolo fondamentale, oggi soprattutto, che va ben oltre l'insegnare delle nozioni, semplici o complicate….
Complimenti per quello che fai/che fate…per i piccoli risultati quotidiani…perchè è grazie a te e ai tuoi colleghi come te che lavorate per ottenere tanti piccoli risultati che forse domani le cose miglioreranno….grazie
pâtes et pattes
22 Maggio 2012 at 11:34grazie per qusto racconto. E' un esempio per essere in grado di trovare la strada giusta per risolvere un problema. Se questo ragazzo fosse rimasto non avrebbe potuto sottrarsi, anche se lui è una persona onesta. Sono felice di qeusto epilogo, molti dovrebbero prendere esempio, per qualsiasi frangente della vita Bacione Helga
la signorina pici e castagne
21 Maggio 2012 at 15:21Stefi, sei la speranza. quel ragazzo è la speranza. grazie…
Saretta
21 Maggio 2012 at 12:33Stefania, credo che tu debba essere davvero orgogliosa di quello che fai, e di come il tuo lavoro ha un fine davvero alto.
Grazie per questa meravigliosa testimonianza, ti abbraccio con immenso affetto.
Sara
Lo
21 Maggio 2012 at 11:45grazie…
La Gaia Celiaca
21 Maggio 2012 at 10:11bellissimo post, che in questi giorni assume un significato ancora più profondo…
TataNora
21 Maggio 2012 at 8:02Questa è una vittoria contro la delinquenza!
Questo è quello che dobbiamo ai nostri ragazzi!
Grazie.
Nora
cristina b.
21 Maggio 2012 at 7:56un post meraviglioso, una storia che ci dà speranza. grazie stefania, sei grande.
cuoca gaia
20 Maggio 2012 at 18:41Solo poche parole: sei fantastica! Dovrebbe essere pieno di gente come te! un bacio
roberta
20 Maggio 2012 at 6:19…e io piango…Ecco, e' anche cosi' che si combatte la mafia: un giorno alla volta, un ragazzo alla volta…Ti abbraccio fortissimo.
simo
19 Maggio 2012 at 23:42gli hai sicuramente dato l'insegnamento più grande e utile per la sua vita. è una fortuna per i tuoi alunni avere te come insegnante.
alba
19 Maggio 2012 at 23:16sono queste le vere soddisfazioni…
Giulietta
19 Maggio 2012 at 21:43Sono stata tutto il giorno fuori casa. Torno e….leggo tante cose "vere", "autentiche". Ho le lacrime agli occhi. Non avrei mai pensato di imparare tante cose con voi. Un bacio grande
gloria cuce'
19 Maggio 2012 at 20:13Alla fine gli sforzi hanno i loro frutti a volte.
Simo
19 Maggio 2012 at 19:14Che bel post Stefania!
Mi sono commossa sai?!
Anna Lisa
19 Maggio 2012 at 17:38E' dura vivere in certe situazioni e ancora più dura è cambiarle. Lui ce l'ha fatta ed è anche grazie a te.
A queste dovrebbe servire la scuola; a formare le coscienze. Un abbraccio e grazie da parte di tutti
Vale
19 Maggio 2012 at 16:26toccante testimonianza
oggi è una giornata triste 🙁
Ely
19 Maggio 2012 at 15:56E io vi ammiro e ammiro te, con rispetto… perchè ci sono ancora insegnati che insegnano a vivere oltre che a crescere, che lo fanno con il cuore, con la coscienza e con il loro sapere… Questa tua testimonianza oggi penso sia un segno che dobbiamo riconoscere… Non mollare, non mollate e non molliamo MAI! Un bacione e GRAZIE!
Sonia
19 Maggio 2012 at 15:45un abbraccio :-X
Barbara
19 Maggio 2012 at 15:34Quando si dice che ognuno deve fare il "suo" per cambiare l'Italia, è anche, anzi soprattutto questo che si intende. Con un lungo e instancabile lavoro si può smuovere qualcosa, una coscienza, una montagna. Un abbraccio 🙂
Barbara
patriziamiceli
19 Maggio 2012 at 14:46bellissimo racconto verità, Stefania, é quello che penso sempre io dell'utilità della scuola e di chi ci lavora con impegno usando non solo il mezzo della cultura e al sapere, necessari alla crescita ma anche quella dei sentimenti, con la capacità di tirar fuori il meglio delle persone. Complimenti a te ed al ragazzo che sono certa farà strada….
serena
19 Maggio 2012 at 14:08Ho i brividi. Cose del genere, apparentemente impensabili, accadono ogni giorno. Grazie per questa testimonianza.
Necessaria, oggi, ancor più di ieri. L'evento di brindisi, è quantomai scioccante e pauroso.
Giulia Tomsie
19 Maggio 2012 at 14:00Voi educatori avete il ruolo piu' importante Di tutti, peccato Che lo capiscano in pochi. Sono felice Di aver letto una storia Di speranza in questa giornata. E sono anche felice Che mio figlio mercoledi partecipera' con una piccola relazione ad un convegno Sulla mafia 🙂 tutti insieme forse abbiomo un futuro…
Valentina
19 Maggio 2012 at 13:41Io penso che abbiate fatto un bellissimo lavoro. Penso che abbiate portato a termine l'obiettivo ultimo e vero della scuola e dell'istruzione: creare una coscienza, una consapevolezza. La consapevolezza di saper scegliere, saper scegliere la cosa giusta. Una storia bellissima in una giornata tristissima per questo paese che vuole toglierci speranza e futuro. Un abbraccio.
Saparunda's Kitchen
19 Maggio 2012 at 13:30Mi hai fatta commuovere…questo racconto di vita vera, vissuta, è una testimonianza meravigliosa, e una speranza per molti!
Quello che è successo oggi mi ha lasciato totalmente senza parole. Prendersela con dei ragazzi, con il nostro futuro, è da codardi. Ho una rabbia in corpo che difficilmente riuscirò a smaltire. Una rabbia che fa uscire lacrime amare.
Il tuo ex alunno ha avuto coraggio, coscienza e voglia di vivere una vita vera! Complimenti a lui per la bellissima scelta perché non era facile, e a voi maestre e professoresse non solo della scuola, ma anche di vita!
Cinzia
19 Maggio 2012 at 13:27..mi sono commmossa, cara Stefania.
Che compito importante, essere non solo " la prof" ma sentirdi essere un maestro di vita, sentire che quelli hai di fronte sono qualcosa di più che studenti: sono "allievi"..
un grande abbraccio, ti stimo enormemente
Rosaria
19 Maggio 2012 at 13:22sono commossa….ho i lucciconi…quanti ce ne sono anche dalle mie parti che per non deludere la rimangono incastrati a qullo che chiamano "dovere"….eppure tantissimi meriterebbero una vita migliore….mi fa piacere che almeno uno l'ha capito!!!
Valentina
19 Maggio 2012 at 13:21Credo che abbiate fatto un bellissimo lavoro. Credo che abbiate portato a termine l'obiettivo più importante della scuola e dell'istruzione: creare una coscienza, una consapevolezza che ci permettano di scegliere. E di scegliere la cosa giusta. Una storia bellissima, in una giornata tristissima per un Paese che vuole uccidere ogni speranza per il futuro. Ciao, Valentina*