(In questo post: Frittata coi gerani)
Oggi è il ventesimo anniversario e io quel giorno c’ero. Non lo stesso posso dire per i miei alunni. Per loro è solo storia. Per me è invece vita vissuta, proprio in un periodo particolare della mia vita, cioè quando ancora andavo all’università, mi stavo laureando e avevo appena partecipato all’occupazione e pensavo di poter cambiare il mondo.
Quel sabato pomeriggio fu terribile, il mondo mi crollò addosso a me e a tutti i palermitani… forse non a tutti, ma ai palermitani perbene, sì. Lui, loro erano la nostra speranza, la speranza di un riscatto. Quella bomba ci aveva distrutto!
Mia mamma mi raccontava sempre che quando morì Kennedy, il mondo pianse. Si vedeva gente per strada piangere per un uomo straordinario. Ecco anche quando morì Falcone, Palermo pianse e vidi tantissimi piangere per strada. Capì per esperienza cosa significava perdere un grande uomo.
E però la storia insegna, che la sua morte non fu una sconfitta. Poi il 19 luglio, una domenica caldissima, proprio vicino a casa di mia cognata, dove eravamo tutti riuniti, scoppiò la seconda bomba e morì anche Paolo Borsellino. Lui lo sapeva di essere un uomo morto, ma a casa di sua madre il divieto di sosta per le macchine non l’avevano messo…
La città si ribellò. Si indignò. Scese in piazza. Si fece sentire. Prese ardore e combatté. Forse per questo, in quel periodo, tantissimi mafiosetti parlarono e si costituirono, dando una sferzata al fenomeno.
La mafia capì che non ci avevano ridotto al silenzio, anzi la città si era risvegliata e la loro strategia era risultata perdente. Volevano spaventarci e invece ci eravamo uniti… La mafia capì o forse glielo fecero capire… Fatto sta che, da allora, non ci sono stati più morti eccellenti, anzi. Ma non per questo la mafia scomparve, anzi. “Forse” un accordo fece in modo che loro ottenessero quello che volevano e in cambio loro non uccisero più… La città ripiombò nella mafia senza nemmeno accorgersene. Perché se ci sono delle bellissime iniziative che fanno di tutto per non farci abbassare la guardia e per combattere, come Addio Pizzo, i progetti alla Legalità delle scuole, Libera e tanto altro, è pure vero che la mafia si combatte in una maniera sola: col lavoro! E lavoro non ce n’è! Ce n’era poco prima, ce n’è di meno adesso.
E allora come si combatte la mafia? E’ difficile andare avanti senza lavorare; è difficile trovare un lavoro, uno straccio di lavoro (in un centro commerciale, ad es., mal pagato) senza una raccomandazione… E chi te la da la raccomandazione? E poi, puoi non essere debitore di un voto?
Peggio. Il lavoro non c’è, ma i desideri tutti. Voglia di riscatto sociale, di rispetto, della moto di grossa cilindrata (“il motorazzo”), femmine… E così si comincia con poco, si spaccia, si rubacchia per restituire dietro pagamento, si chiede il pizzo…
Siete mai stati allo Zen di Palermo? Siete mai entrati in una casa? Io sì!
Il quartiere è degradato e a dispetto del suo nome Zen (che potrebbe richiamare concetti di pace, serenità e bellezza), non c’è accenno di bellezza, pace e serenità. Le case sembrano fatte di cartone, a terra il linoleum, le camere piccole e buie. La spazzatura è dovunque (ma questa è l’unica somiglianza col resto della città) ed è tutto sporco e polveroso. Tutto rotto, tutto lasciato lì a giacere, ad aspettare una sepoltura che mai arriverà… D’estate, quando sono andata io a trovare i miei amici, c’erano un caldo afosissimo, molto più caldo che a casa mia e gli scarafaggi passeggiavano indisturbati…
Sbirro, in quel quartiere (e, purtroppo, non solo) è l’offesa massima!
In una città che accetta una realtà come questa, che accetta il disordine, la sporcizia, la doppia fila, il rumore, la mancanza di piste ciclabili, di una metropolitana degna di questo nome, del favore per ottenere un diritto, come fa a non attecchire la mafia?
La mafia dà. Dà soldi, potere, dignità… o quanto meno all’inizio dà. Poi pretende, anche, e il prezzo è sempre troppo alto, ma ormai non se ne può più uscire…
Oggi era doveroso ricordare un grande uomo come Falcone, che ha fatto tanto per questa città, perché la città non dimentichi, perché si svegli di nuovo e combatta, di nuovo, unita la mafia, perché il suo sacrificio non sia stato inutile!
Io lo voglio ricordare così, perché io c’ero e nonostante sano trascorsi venti anni, il mio dolore e la mia rabbia sono ancora come allora… Tante volte ho pensato che io non posso più stare qui, che vorrei andare altrove, trovare pace e serenità e soprattutto darla ai miei figli, ma sono ancora qui e con tutta me stessa non voglio rassegnarmi, voglio combattere ancora… sempre!
Quel sabato pomeriggio fu terribile, il mondo mi crollò addosso a me e a tutti i palermitani… forse non a tutti, ma ai palermitani perbene, sì. Lui, loro erano la nostra speranza, la speranza di un riscatto. Quella bomba ci aveva distrutto!
Mia mamma mi raccontava sempre che quando morì Kennedy, il mondo pianse. Si vedeva gente per strada piangere per un uomo straordinario. Ecco anche quando morì Falcone, Palermo pianse e vidi tantissimi piangere per strada. Capì per esperienza cosa significava perdere un grande uomo.
E però la storia insegna, che la sua morte non fu una sconfitta. Poi il 19 luglio, una domenica caldissima, proprio vicino a casa di mia cognata, dove eravamo tutti riuniti, scoppiò la seconda bomba e morì anche Paolo Borsellino. Lui lo sapeva di essere un uomo morto, ma a casa di sua madre il divieto di sosta per le macchine non l’avevano messo…
La città si ribellò. Si indignò. Scese in piazza. Si fece sentire. Prese ardore e combatté. Forse per questo, in quel periodo, tantissimi mafiosetti parlarono e si costituirono, dando una sferzata al fenomeno.
La mafia capì che non ci avevano ridotto al silenzio, anzi la città si era risvegliata e la loro strategia era risultata perdente. Volevano spaventarci e invece ci eravamo uniti… La mafia capì o forse glielo fecero capire… Fatto sta che, da allora, non ci sono stati più morti eccellenti, anzi. Ma non per questo la mafia scomparve, anzi. “Forse” un accordo fece in modo che loro ottenessero quello che volevano e in cambio loro non uccisero più… La città ripiombò nella mafia senza nemmeno accorgersene. Perché se ci sono delle bellissime iniziative che fanno di tutto per non farci abbassare la guardia e per combattere, come Addio Pizzo, i progetti alla Legalità delle scuole, Libera e tanto altro, è pure vero che la mafia si combatte in una maniera sola: col lavoro! E lavoro non ce n’è! Ce n’era poco prima, ce n’è di meno adesso.
E allora come si combatte la mafia? E’ difficile andare avanti senza lavorare; è difficile trovare un lavoro, uno straccio di lavoro (in un centro commerciale, ad es., mal pagato) senza una raccomandazione… E chi te la da la raccomandazione? E poi, puoi non essere debitore di un voto?
Peggio. Il lavoro non c’è, ma i desideri tutti. Voglia di riscatto sociale, di rispetto, della moto di grossa cilindrata (“il motorazzo”), femmine… E così si comincia con poco, si spaccia, si rubacchia per restituire dietro pagamento, si chiede il pizzo…
Siete mai stati allo Zen di Palermo? Siete mai entrati in una casa? Io sì!
Il quartiere è degradato e a dispetto del suo nome Zen (che potrebbe richiamare concetti di pace, serenità e bellezza), non c’è accenno di bellezza, pace e serenità. Le case sembrano fatte di cartone, a terra il linoleum, le camere piccole e buie. La spazzatura è dovunque (ma questa è l’unica somiglianza col resto della città) ed è tutto sporco e polveroso. Tutto rotto, tutto lasciato lì a giacere, ad aspettare una sepoltura che mai arriverà… D’estate, quando sono andata io a trovare i miei amici, c’erano un caldo afosissimo, molto più caldo che a casa mia e gli scarafaggi passeggiavano indisturbati…
Sbirro, in quel quartiere (e, purtroppo, non solo) è l’offesa massima!
In una città che accetta una realtà come questa, che accetta il disordine, la sporcizia, la doppia fila, il rumore, la mancanza di piste ciclabili, di una metropolitana degna di questo nome, del favore per ottenere un diritto, come fa a non attecchire la mafia?
La mafia dà. Dà soldi, potere, dignità… o quanto meno all’inizio dà. Poi pretende, anche, e il prezzo è sempre troppo alto, ma ormai non se ne può più uscire…
Oggi era doveroso ricordare un grande uomo come Falcone, che ha fatto tanto per questa città, perché la città non dimentichi, perché si svegli di nuovo e combatta, di nuovo, unita la mafia, perché il suo sacrificio non sia stato inutile!
Io lo voglio ricordare così, perché io c’ero e nonostante sano trascorsi venti anni, il mio dolore e la mia rabbia sono ancora come allora… Tante volte ho pensato che io non posso più stare qui, che vorrei andare altrove, trovare pace e serenità e soprattutto darla ai miei figli, ma sono ancora qui e con tutta me stessa non voglio rassegnarmi, voglio combattere ancora… sempre!
E dopo questo doveroso preambolo non è facile passare ad una ricetta, ma oggi mi tocca perché è l’ultima (st)Renna che posto per questa tornata. E siccome il tema sono i fiori, dedico questo post a tutti i palermitani, a tutti i siciliani, a tutti i politici per bene…
La ricetta stavolta, strano ma vero, è salata. Ho fatto una semplicissima frittata a cui ho aggiunto dei petali di geranio non trattati. I gerani, come tanti altri fiori (ma non tutti, informatevi bene prima di procedere alla loro cottura), sono commestibili. E sono soprattutto facilissimi da trovare. Io, in realtà sono andata fino a Lascari (vicino Cefalù) dalla mia amica a prenderli, perché lontani da ogni strada, lontani da ogni smog e soprattutto non trattati.
La ricetta è semplicissima e potete offrirla come antipasto un po’ sfizioso per stupire i vostri ospiti… ma non vi spaventate, il sapore dei fiori non è così determinante!
La ricetta è semplicissima e potete offrirla come antipasto un po’ sfizioso per stupire i vostri ospiti… ma non vi spaventate, il sapore dei fiori non è così determinante!
Frittate coi gerani
1 uovo codice 0 (bio) o 1 (allevate a terra) per ogni commensale
1 manciata di gerani
Parmigiano
Sale q.b.
Olivo evo
Sbattere le uova con il sale e il parmigiano. Riscaldare un po’ d’olio in una padellina e versare il composto con le uova. Spargere i petali di gerani, già lavati e asciugati, sopra la frittata e far cuocere fino a doratura. Ritagliare con un coppa pasta (io a forma di fiore) e servire.
Non dimenticate di passare domani da EliFla di Cuocicucidici e venerdì da Mapi di L’Apple Pie di Mary Pie. Invece andate a vedere da Ale e Dani di Menù Turistico per la proposta di lunedì e per quella di martedì da Anna Luisa e Fabio de Assaggi di Viaggi. La prossima settimana invece sarà il turno di Mai di Il colore della curcuma, Eleonora di Burro e Miele, Laroby di Le chat egoiste, Roberta di La valigia sul letto e Patty di Andante con gusto, le (st)rennine di questo mese. Poi ci prenderemo la nostra pausa estiva. Ma non dimenticate che avete tempo fino al 3 giugno per partecipare al contest con delle ricette gluten free con i fiori. Potete ancora vincere un magnifico week end per due persone all’agriturismo Baglio Costa di Mandorle di Paceco(TP).
1 uovo codice 0 (bio) o 1 (allevate a terra) per ogni commensale
1 manciata di gerani
Parmigiano
Sale q.b.
Olivo evo
Sbattere le uova con il sale e il parmigiano. Riscaldare un po’ d’olio in una padellina e versare il composto con le uova. Spargere i petali di gerani, già lavati e asciugati, sopra la frittata e far cuocere fino a doratura. Ritagliare con un coppa pasta (io a forma di fiore) e servire.
Non dimenticate di passare domani da EliFla di Cuocicucidici e venerdì da Mapi di L’Apple Pie di Mary Pie. Invece andate a vedere da Ale e Dani di Menù Turistico per la proposta di lunedì e per quella di martedì da Anna Luisa e Fabio de Assaggi di Viaggi. La prossima settimana invece sarà il turno di Mai di Il colore della curcuma, Eleonora di Burro e Miele, Laroby di Le chat egoiste, Roberta di La valigia sul letto e Patty di Andante con gusto, le (st)rennine di questo mese. Poi ci prenderemo la nostra pausa estiva. Ma non dimenticate che avete tempo fino al 3 giugno per partecipare al contest con delle ricette gluten free con i fiori. Potete ancora vincere un magnifico week end per due persone all’agriturismo Baglio Costa di Mandorle di Paceco(TP).
Che aspettate?
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A presto
Stefania Oliveri
19 Comments
La Gaia Celiaca
26 Maggio 2012 at 14:59mi ricordo bene quei giorni, l'angoscia, l'aria pesante che si respirava anche a km di distanza, la sensazione di una battaglia perduta.
però come dici tu non tutto è andato perduto.
e concordo con te che se non c'è futuro, la mafia vince, se non c'è lavoro per i giovani, sicurezza per le strade, certezze per gli imprenditori.
un paio di anni fa nella mia scuola venne a fare una conferenza pino masciari, l'imprenditore calabrese che ha rifiutato di pagare il pizzo ed è diventato testimone di giustizia.
un racconto durissimo, che dimostra quanto ancora sia difficile opporsi, e quanto spesso lo stato non supporti chi trova il coraggio di lottare.
grazie stefania per questo bellissimo post
Patty
23 Maggio 2012 at 20:20Li ricordo entrambi, in maniera chiara e indelebile, ma non posso scordare il senso di disperazione e di "fine"della speranza che mi invase dopo la morte di Borsellino. Ero in un paese stupendo della Val d'orcia a suonare per un concerto in piazza…un caldo terribile e poco prima dell'inizio ci arrivo la notizia. Il villaggio era immerso nel silenzio, da qualche finestra aperta arrivava la voce del giornalista del momento che dava La notizia. E noi allibiti, con il cuore fermo e nessuna musica avrebbe potuto farlo ricominciare a battere. Non in quel giorno, non in quel villaggio. Gli ultimi tuoi due post sono pagine da rileggere e rileggere ancora. Grazie Stefania, di cuore. Pat
Satsuki
23 Maggio 2012 at 17:35Un post bellissimo e commovente.
Ma sai che io fino ad oggi ero convinta che fosse successo di domenica? Avevo 9 anni e ricordo poco dalle elementari in giù; non mi stupirei quindi di aver fatto confusione per l'ennesima volta ^^''!
Un bacione :*!
Erica
23 Maggio 2012 at 17:34… per loro è solo storia… sembra brutto ma è vero, anche per me… è storia.. non l'ho vissuto non fa parte della mia vita e di certo lo si vive con meno intensità di chi c'era.
Ma è giusto sapere e ricordare SEMPRE.
Adesso cambio discorso ma… i geranei si mangiano?!?!?!?!?
Porca paletta se mia madre sà che me lo hai detto… eheheheh domani si trova il terrazzo pelato!! eheheh
alba
23 Maggio 2012 at 15:48pianse palermo ma piangemmo anche tutti noi siciliani che avevamo creduto che grazie a lui e a borsellino le cose potessero finalmente cambiare… oggi più che mai mi chiedo come sarebbe stata oggi la sicilia se avessero potuto continuare a fare il loro lavoro…
Virò
23 Maggio 2012 at 14:25Il tuo post è il simbolo della Sicilia vera, che non china la testa, che vuole riprendersi la sua terra con orgoglio e fierezza.
Ogni italiano che si rispetti dovrebbe avere una certezza nel cuore: siamo tutti palermitani!
Saretta
23 Maggio 2012 at 13:21Io avevo 12 anni, e mia mamma avrebbe dato alla luce il mio utimo fratello dopo due mesi…Ricordo i TG e molto nettamente l'appello della Moglie di Vito Schifani, che ebbe il coraggio di perdonare gli assassini dall'ambone della chiesa…Due mesi dopo Giovanni, Paolo…Anni d'inchieste, l'agenda non ritrovata, isteri e..TANTE PERSONE PER BENE.Tu forse sai quanto io ami visceralmente la Sicilia, la conosco abbastanza bene.Durante i miei viaggi lì ho consciuto tante persone DAVVERO PER BENE.Ho consciuto ci era attivo in addiopizzo, chi se n'è andato aveva figli piccoli e non ce la faceva più a sopportare angherie.Ho conosciuto il volto più bello della mia amta Sicilia, perosne come te che non ci stanno e continuano a lottare e sperare;persone che nel loro piccolo seminano e fanno crescere fiori.Per persone come te Giovanni e Paolo non sono morti invano anzi, nn sono morti perchè la loro opera è viva come sono vivi nei ns cuori.
Grazie Stefania…
PS:non sapevo fossero commestibili i gerani!sei geniale
un bacio grande
Sara
Silvia Macedonio
23 Maggio 2012 at 12:50Stefani, non smettere di combattere. Finchè ci sarà anche solo una persona in Italia a ricordare persone come Falcone e Borsellino la mafia non avrà vinto.
Sono vicina a te e alla tua città.
๓คקเ ☆
23 Maggio 2012 at 11:43Un post da incorniciare, Stefania!!!!
Rosaria
23 Maggio 2012 at 11:19ancora mi ricordo quando e' successo..io e mio marito,all'epoca fidanzato, stavamo per uscire quando ci bloccammo davanti al televisore…così imbambolati e increduli…non riuscivamo a crederci!! ancora oggi e' così…e' chiaro che ci sia un patto mai scritto tra lo stato e tutte le mafie altrimenti non si spiegherebbe lo stallo in cui ci troviamo… sì certo in carcere ci sono riina, provenzano..ma sono sicura che sono stati venduti per la causa…io abito a castellammare di stabia qui c'erano 2 realtà che trainavano la nostra economia…le terme di stabia e la fincantieri…MORTE!! bisogna solo celebrarne il funerale….i giovani qui non hanno prospettiva, non lavorano eppure in tanti vanno in giro con macchinoni, vestiti all'ultima moda e con cellulari di ultimissima generazione…se loro non lavorano e i padri non lavorano come fanno a permettersi tutto questo?? pare che nessuno se lo chieda…
Emanuela
23 Maggio 2012 at 11:03Sono senza parole 🙁
Io, in confronto vivo, in un paradiso.
Sonia
23 Maggio 2012 at 10:07tasto dolente quello del lavoro…specie per me! per il resto dico solo che bisogna starci e conviverci per capire, non lo si può trasmettere a chi non ne è intriso fino al midollo! è come avere un'infezione agli organi interni e non riuscire a liberartene..
Acquolina
23 Maggio 2012 at 9:34il problema è complesso e lo descrivi bene, un giorno terribile per tutti noi, che non si dimentica.
un abbraccio
gloria cuce'
23 Maggio 2012 at 7:43Anch'io ricordo benissimo quel giorno, mi vengono i brividi a pensarci.
Ma queste frittatine devono essere profumatissime!!!!!
TataNora
23 Maggio 2012 at 7:37Leggendo questo tuo articolo, bellissimo, appassionato e vero, ho vissuto di nuovo l'angoscia di quei giorni. Vissuta davanti ad un televisore e non per strada, nella mia via.
Milano è lontana da Palermo ma NON così lontana. Purtroppo la mafia non ha confini geografici.
Oggi, come allora sono con voi, a Palermo, a gridare BASTA!
Nora
Maria Luisa
23 Maggio 2012 at 7:25quando succedono certe cose che ci segnano a vita ci ricordiamo esattamente dove, come e cosa stavamo facendo in quel momento. Falcone era un grande uomo, e come lui tanti altri siciliani. Adoro la mia isola, ma facevo appena le scuole superiori e non sopportavo più quel modo di vivere. Sono andata via a 18 anni, con una grande voglia di "libertà". Ero già a Bologna 20 anni fa. E la bomba mi scoppio dentro al cuore. Non è scappando che si possono risolvere le questioni, ma da lontano riuscivo a percepire meglio la situazione. Non che l'abbia digerita!!! Se posso dire, trovo che la situazione, dopo la morte di Falcone e Borsellino, sia solo che peggiorata. Tutti zitti e parla la mafia. Con i segni, sempre più evidenti. E mi sono sentita piccola quando leggevo dei risultati elettorali dalle stragi in poi. Mi chiedevo se c'era un nesso. Possibile che non si capiva che ci si scavava la fossa? La mancanza di lavoro è vero, c'è. Ma quello che trovo più assurdo è che un'isola piena di grandi personaggi preferisca mandarli altrove e tenersi stretti i mafiosi. Perchè il cambiamento non c'è nella propria testa. Siamo tutti mafiosi in testa. Siamo tutti sottomessi da certi tipi di mentalità – individualismo, egoismo, diffidenza, e poi favori, clientelismo. Posso capire che queste cose succedessero quando l'analfabetismo era al 90%. Non lo accetto più adesso. Adesso bisogna distinguere tra favore e diritto. E dobbiamo essere noi per primi a capirne la differenza e guardare in faccia chi continua a spacciare altri tipi di concetti. Non consola, ma anche qui a Roma è così. Anzi, qui si sente molto la presenza dei ministeri, dei politici di alto rango, della chiesa. Ma anche se tutto questo non si chiama esattamente mafia, sempre di mentalità mafiosa parliamo. E la combatto anche qui, per la mia dignità, per i miei figli. E mi auguro che presto i siciliani, grande popolo, rialzino la testa una volta per tutte, e non lascino da soli persone che possono portare ad un cambiamento, ormai necessario e improrogabile. Un abbraccio.
Anna Lisa
23 Maggio 2012 at 6:52Stefania, che dire…ora avete anche un nuovo sindaco!
C'ero anch'io 20 anni fa sconvolta e piena di amarezza, anche se a qualche Km da Palermo ma ancora in una terra con problemi molto, molto simili ai vostri. I tuoi fiori sono meravigliosi! Un abbraccio
caris
23 Maggio 2012 at 6:27grazie per questo post, duro e sincero. Grazie (io ho potuto vivere quegli avvenimenti solo da Roma ma ricordo tutto). E grazie anche per il tuo coraggio di scriverlo: non è da tutti! un abbraccio (e ottima quella frittatina…)
Chiara Picoco
23 Maggio 2012 at 6:06Ho la pelle d'oca e prego perché Palermo e tutto il resto del nostro meraviglioso paese si riempia di uomini e donne per bene. Prego che presto diventi una moda e che se appartieni alla mafia, se sei un bullo, se sei un ladro e un delinquente, venga additato come uno sfigato! Succederà.