(In questo post: Cavolo cappuccio in agrodolce)
I lutti, che ho avuto da giovane, sicuramente sono stati troppo precoci e, all’epoca, pensavo che 79 fosse comunque un numero abbastanza alto da giustificare la morte.
Quando mio padre morì aveva 79 anni e a me sembrò troppo giovane per morire…
Sebbene fosse stato un padre abbastanza assente…
Sicuramente non per sua precisa volontà, ma comunque assente.
I miei ricordi iniziano con la malattia del mio papà. Mia mamma che mi chiama mentre gioco e mi dice di sbrigarmi. Poi la corsa in ospedale, l’ospedale e poi una lunga vacanza dai nonni. E così anche a 8 e a 10 anni. Una cosa talmente grave che per ben tre volte gridarono al miracolo.
Come padre non ho tanti bei ricordi legati a lui, ma era il mio papà e quando stava bene mi faceva divertire. Mi ricordo i “safari” che faceva fare a me e alla mia amica quando andavamo a prendere l’acqua; mi ricordo il suo “laboratorio creativo” in garage, dove si trovavano mille tesori interessanti per tutti i bambini; mi ricordo che mi accompagnava a scuola tutte le volte che poteva perché con mille scuole vicine a casa mia, io avevo scelto la più lontana, per cui dovevo prendere due autobus, il primo alle 7,15 e tornavo a casa non prima delle 16…
Un papà che ci ha insegnato a guidare bene, e che, ai miei fratelli, ha comprato qualsiasi mezzo motorizzato fin da piccoli, così da far diventare il secondo talmente bravo con il go-kart da essere chiamato in formula 3.
Mi ricordo però un nonno inaspettatamente affettuosissimo. Un nonno che si faceva cavalcare dal nipotino felice, come non aveva fatto mai con noi figli. Un nonno presente e assiduo, fino a quando non ripiombò nella depressione.
Io sono la più piccola dei figli, arrivata dopo tantissimi anni dall’ultimo fratello, eppure non ero così piccola quando ho perso mio padre… Ma non ha mai conosciuto i miei figli…
Ancora oggi mi sento come se mi avessero privato delle gambe, mi sento senza radici, sento la sua mancanza….
A che età è giusto morire? Emotivamente non è mai il momento giusto per morire…
Alla mia amica che ha perso il suo papà…
Mio papà era però un buongustaio (quando stava bene), amava mangiare, amava sperimentare; preparava un uovo “fritto con l’acqua” superbo. All’epoca, io non mangiavo niente, ma questo mi sembrava la cosa più buona al mondo. Lui lo mangiava con voluttuà e faceva venire fame a chiunque lo guardasse…
Fu il primo ad assaggiare i miei esperimenti culinari e a trovarli buoni (sicuramente dovuto all’affetto di padre)… Fu il primo ad assaggiare il mio spezzatino di soia e a dire che era incredibilmente tenero…
Non credo abbia mai mangiato il cavolo cappuccio in agrodolce, da che mi ricordi io, mia mamma non l’ha mai preparato… ma sono convinta che anche questa pietanza l’avrebbe gradita…
Al mio papà.
1 cavolo cappuccio bianco
1 pugnetto di uvetta passa quella nera
un cucchiaio di pinoli
2 cipolle (io bionde)
olio evo
Tagliare a listarelle il cavolo cappuccio e lavarlo bene. Tagliare a fettine anche le cipolle. Mettere a bagno l’uvetta in acqua calda per una ventina di minuti. Mettere in un largo tegame l’olio e far riscaldare. Stufare la cipolla e il cavolo. Salare. Coprire con un coperchio e lasciar andare per una ventina di minuti, aggiungendo dell’acqua (poca), se necessaria. Dopo un quarto d’ora aggiungere l’uvetta sgocciolata e i pinoli.
-si può mangiare sia calda, che tiepida che fredda;
-è una ricetta naturalmente senza glutine adatta a tutti, celiaci compresi!
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23 Comments
fantasie
14 Aprile 2012 at 16:06Spunti e spuntini: :***
Giulia: è vero, hai centrato proprio il problema…
Ely: tesoro, avevo letto… ed è terribile già solo pensarlo…
Gaia: riesci a capire dietro le parole, a leggere fra le righe, sei una persona speciale!
Gio: il fatto è che non è mai il momento giusto…
Sabrina: Anche io nel'ultimo anno di vita del mio papà avevo la stessa tua impressione e sensazione… Goditelo appieno finché puoi! :*
Valentina: ti ringrazio per avermi aperto il tuo cuore e non sai quanto valgono i vostri abbraci virtuali… che virtuali non sono!
Valentina
14 Aprile 2012 at 14:01non so se c'è un'età per morire, però forse c'è un'età dei figli prima della quale non si dovrebbe morire… Me lo sono chiesta ieri per l'ultima volta, ieri che era un anniversario di un'assenza che ha segnato il passo della mia vita. Ieri che non sono riuscita a scrivere un post sul mio di papà, perchè sarebbe apparso forse confuso. Anche io sono l'ultima figlia e penso sempre che se avrò dei figli lui non li conoscerà e sono certa che sarebbe stato un nonno affettuoso e presente, più di quanto lo fosse come padre. Scusa il papiro, ma mi hai commossa.
Un abbraccio da una sconosciuta lo accetti 🙂 ?
Valentina.
Sabrina
12 Aprile 2012 at 21:57L'altro giorno lo guardavo, il babbo. Nell'ultimo anno è invecchiato tanto. Lo vedo anche un po' smarrito e impaurito, perchè si rende conto che non è più lo stesso. Mi fa tanta tenerezza anche se mi sento come lui guardandolo, smarrita e impaurita. Per me il tempo non è passato, sono sempre la sua bambina e so che non sono ancora pronta a perderlo, ma mi rendo conto che non lo sarò mai.
Lui adora il cavolo cappuccio e una delle sue paure è proprio quella di non poterlo più coltivare nel suo orto. Ne ha ancora un paio, sabato glielo preparo.
Ti abbraccio.
Gio
12 Aprile 2012 at 20:09il mio è morto a 84 anni e, sarò anche egoista, ma non era il momento giusto per me, ma è la vita
ci sono cose di lui che porto con me ogni giorno anche se a volte mi manca
un abbraccio a te e all'amica
La Gaia Celiaca
12 Aprile 2012 at 20:00arrivo qui per leggere uno dei tuoi post pieni di vita e di movimentata allegria, e rimango inchiodata alla sedia a leggere di tuo padre. sentire la mancanza quasi più di un padre quando c'era ma non c'era che di un padre che non c'è più.
sono sofferenze che si elaborano ma non si dimenticano.
ti sono vicina e ti abbraccio. forte, ma davvero.
Ely
12 Aprile 2012 at 18:38Non si ha mai l'età giusta per perdere qualcuno e nessuno ha mai l'età giusta per morire….
Dopo l'esperienda di questi giorni che mi ha segnato come se se ne fosse andato uno di famiglia, se penso che mio papà ha l'età per andarsene mi manca il fiato… meglio non pensarci… Un bacione
Gialla
12 Aprile 2012 at 17:49a me la morte metta una rabbia che assoluta, ho il terrore che possa succedere ai miei cari e mi commuovo quando sento parlare di quella degli estranei, chi resta sta e starà sempre male; è un'emerita cavolata quando ti dicono che riuscirai a star meglio, STRONZATE! Mi manca chi è andato via a 21 anni, chi a 65, chi a 91… mi mancano e tanto, troppo!
spuntiespuntini senza glutine
12 Aprile 2012 at 17:34<3 <3
fantasie
12 Aprile 2012 at 17:09Stefania: :*
Franci: esatto, nessuna età è giusta…
Patrizia: tesoro, hai ragionissima. Un abbraccio forte
SilviaAlsiiv: pensa che per me invece non è nemmeno così… non oso immaginare…
Debora: infatti è sempre presto a prescindere, benché mi dia tutte le ragioni di questo mondo…
Saretta: :***
Lo: :***
luna neraazzurra: :***
saparunda's…: grazie :*
stefania Orlando: Già… :***
roberta: :***
Murzillo Saporito: grazie tesoro, per aver condiviso la tua storia e… la mia cucina. Un bacio
Pippi
12 Aprile 2012 at 16:42Stefania…. mai ho letto un post così teneramente sincero e affettuoso… grazie…
:-*
Sonia
12 Aprile 2012 at 15:15questo cavolo capuccio piacerebbe tantissimo a mia madre e penso proprio anche a me 😉 per il resto del post non mi sento di commentare, posso solo leggere e annuire, sono sentimenti troppo intimi e personali perchè si possa commentare, qualunque frase sembrerebbe banale..e non è giusto.
Murzillo Saporito
12 Aprile 2012 at 12:50No, non esiste un'età giusta per morire. Io ho perso mio padre 4 anni fa, aveva 59 anni e non ha mai consciuto mia figlia e non mi ha accompagnata all'altare…ha avuto una vita piena, ma si è comunque perso questi eventi.
ero passata per dirti che ho pubblicato le tue ricette http://www.murzillosaporito.com/post/2012/04/12/Ritorna-lappuntamento-con-The-Recipe-tionist-.aspx
un bacio
roberta
12 Aprile 2012 at 12:16davanti a queste emozioni le braccia di aprono e la bocca tace!
Stefania Orlando
12 Aprile 2012 at 10:32I dolori non si misurano con i numeri.
Sono dolori e basta.
Ti abbraccio.
Saparunda's Kitchen
12 Aprile 2012 at 10:30Mi hai fatto scendere qualche lacrimuccia! Hai ragione, alla morte non si è mai pronti, purtroppo… :'(
I papà poi sono i veri uomini della nostra vita!
Un abbraccio forte forte!
luna nerazzurra
12 Aprile 2012 at 10:22non c'è un'età per morire, e lo dico sempre pensando ai miei cari che non ci sono più e guardando fiera mia nonna che ho la fortuna di avere ancora in vita e che ha la bellezza di quasi 95 anni.
Bellissimo il tuo post… ero entrata per la ricetta ma ci credi che dopo l'introduzione è andata in secondo piano?
Un abbraccio
Lo
12 Aprile 2012 at 10:18aperta e sincera…non posso commentare la tua intimità…posso solo accoglierla e lasciarti un abbraccio…e un piatto da riempire 😉
Saretta
12 Aprile 2012 at 10:00Non riesco ad aggiungere altre aprole alle bellissime che hai speso tu Stefania.Pensa al tuo papà che ti protegge sereno dall'alto e guarda con grande orgoglio questa sua figlia talentuosa.
Ti abbraccio
Sara
Debora
12 Aprile 2012 at 9:17il tuo papà ha vissuto fino a 79 anni… il mio fino a 43!!!! penso che quando tocca ai nostri cari è sempre troppo presto!!! a prescindere.. un abbraccio a te e la tua amica
SilviaAlsiiv
12 Aprile 2012 at 9:13I papa' sono sempre i nostri amori piu' cari. Nel caso mio anche piu' della mamma :). Provero' il cavolo :).
Patrizia Gigliotta
12 Aprile 2012 at 9:08Stefy, mi sono emozionata….perdere un genitore è sicuramente un lutto troppo forte, però almeno tu ricordi tanti momenti con tuo padre…io mia madre la ricordo solo dalle foto…quanto vorrei almeno ricordarne un gesto o il profumo o una carezza. A 2 anni perdere la mamma, una mamma giovanissima, è ingiusto! Baci
Franci
12 Aprile 2012 at 9:05Nessuna età è giusta per perdere un genitore. 50 o 90 anni sono sempre la nostra mamma e il nostro papà…
Mamma se n'è andata a 56 anni e ancora oggi scende una lacrima
Un abbraccio alla tua amica <3
Stefania
12 Aprile 2012 at 9:02commovente!