In questo post. Timballo di anelletti senza glutine
Quando ho visto questo formato di pasta (gli anelletti) in farmacia (sì, perché i celiaci, per chi non lo sapesse, fanno la spesa in farmacia) sono tornata indietro di… qualche anno, ai tempi dell’asilo, quando per pranzo ci portavano “le timballette” (ovverosia i timballi di anelletti) ed era l’unica volta in cui io mangiavo e pure volentieri.
A Trapani, dove sono stata fino alla prima elementare, frequentavo la scuola col metodo Montessori (ecco spiegae tante ribellioni della mia vita) e “le timballette” erano femmine, come a Palermo le arancine! Le timballette le vendono dovunque e si mangiano per merenda… Un pasto leggero… in ogni caso, dopo, ci “obbligavano” a fare il riposino, con il capo chino sul banco appoggiato sulle braccia, in una posizione super comoda, come potete immaginare! Ma siccome era l’unico giorno in cui ero contenta, mi piegavo a questo volere, forse perché comunque era l’unico giorno in cui avvertivo un certo abbiocco.
Arrivata a Palermo, “le timballette” scomparirono improvvisamente. Non è così semplice trovarle nei bar, come a Trapani, però le mamme, almeno quelle di una volta, le facevano per il pranzo domenicale, perché, un po’ di lavoro lo richiede…
Fatto sta, quando ho visto questo formato di pasta senza glutine, mi sono venute le lacrime agli occhi e non ci ho pensato due volte: anche il mio cucciolo doveva provarle… Certo non c’è stata l’acclamazione che mi ero aspettata e nemmeno la celebrazione dell’evento, perché a lui non ricordava niente, ma io mi sono commossa fino alle lacrime, perché assaggiandole mi sono tornati in mente tutti i miei compagni, le maestre, la mia migliore amica Donatella (ritrovata grazie a santo FB!) e il mio primo fidanzato Rino, il primo che mi ha scritto un biglietto d’amore (“Stefania, sei il mio more, tiamo e no ti lasscio piu!”).
Ora vi lascio alla ricetta, con un’altra lacrimuccia che fa capolino fra la palpebra e le ciglia… Non so veramente se sia la ricetta trapanese o forse è quella palermitana, ma io l’ho fatta così!
Timballo di anelletti – Cardamomo & co
Timballo di anelletti Siciliani senza glutine
500 gr. di pasta formato anelletti della BioAlimenta
500 gr. di “capuliato” (cioè carne macinata) di manzo di I scelta (ma mio marito afferma che dovrebbe essere di seconda perché c’è più grasso)
500 gr. di capuliato di maiale
125 gr. di pancetta affumicata
1 cipolla
2 carote
mezzo bicchiere di vino bianco
uno “squish” di concentrato triplo di pomodoro (io Mutti)
750 ml di salsa di pomodoro (io ho usato quello fresco fatto questa estate, ma potete sostituire con una bottiglia di ottima salsa Mutti)
250 gr. di pisellini surgelati
mezza cipolla
parmigiano a volontà
mozzarella piuttosto asciutta
pangrattato Biaglut o Piaceri Mediterranei o anche quello di mais marca Albatros (che si trova da Eurospin)
burro
basilico
olio
sale
Per prima cosa bisogna preparare la carne. Sbucciate e tritate la cipolla e la carota e mettetele a soffriggere in un ampio tegame. Quando la cipolla sarà dorata, aggiungete la carne macinata e la pancetta e fate colorire tutta la carne. A questo punto aggiungete il vino e fate evaporare bene a fiamma vivace, altrimenti resterà un sapore un po’ amarostico dell’alcol. Appena il vino sarà bene evaporato aggiungere sia il concentrato che la salsa, aggiungendo anche un bicchiere di acqua. Lasciate cuocere per almeno 40 minuti a fuoco basso e regolate di sale. Assaggiate prima di decidere che la cottura sia ultimata. Aggiungete il basilico.
Nel frattempo preparate anche i piselli. Lavate, sbucciate e tritate finemente la carota e fate appassire con dell’olio. Quindi mettete i pisellini e coprite d’acqua. Portate ad ebollizione e poi cuocete fino a quando vi sembreranno pronti. Non viindico un tempo perché in casa nostra c’è da sempre una disamina sui piselli. A me piacciono cotti, ma ancora integri, mio marito sostiene che i piselli devono essere talmente morbidi da sfaldarsi. Ma questo dipende dall’abitudine con cui sono stati mangiati a casa e non discuto sui gusti, ma, a casa mia, i piselli si mangiano ancora integri e se lui li vuole sfatti, andrà dalla sua mamma!
A questo punto cuocete la pasta in acqua bollente e salata, come normalmente fate, ma lasciandola piuttosto al dente, e mescolatela con i condimenti e abbondante parmigiano. Imburrate degli stampini di alluminio (quelli usa e getta) e cospargete di pangrattato e riempite per metà gli stampini, mettete al centro un pezzetto di mozzarella e ricoprite con dell’altra pasta. Premete bene. Mettete al forno già caldo e cuocete per 20 minuti a 180° se ventilato, alrimenti a 200° forno statico. Fate riposare 5 minuti prima di sfornarlo.
Suggerimenti:
– vi consiglio di usare dei pirottini di alluminio, così da poterli sfornare più facilmente, perché se dovesse attaccarsi potete sempre tagliarlo con una forbice;
– evidentemente può essere mangiato come piatto unico;
– potete servirlo con della salsa colata sopra il timbaletto, o anche messa a specchio sul piatto adagiando sopra il timballo. Io non c’ho pensato, perché il nostro era servito così, spartano… forse, a memoria, era leggermente più unto… ma questa è un’altra storia!
Se volete la ricetta di altro timballo di anelletti, non perdetevi
Sull'onda della tua ricetta fatta da Carla di Arbanella di Basilico, sono venuta nel tuo blog. E grazie a lei ho potuto conoscerne un altro che rientrerà sicuramente tra i miei preferiti. Oltre al fatto delle buone ricette, è la straordinaria persona che ci sta dietro che mi ha colpito. Bello incontrare altre persone che cucinano con amore, che riescono a commuoversi (come faccio anche io) se riesco a riprodurre un sapore che per me è legato a un caro ricordo! Solo chi cucina con amore e per amore è il più grande degli chef!! Comunque i miei complimenti anche alla tua presentazione! Buona serata!
Hihihihihi…che ridere Stefania!!! E' normale che dopo una o due o tre timbalette viene l'abbiocco (hihihihi) ed ha ragione tuo marito perchè il capuliato è meglio di seconda (intanto mentre scrivo mi vengono segnate in rosso tutte le parole…..che sarà mai il capuliato? E l'abbiocco?…..non capiscono niente…..) Ti sono venute non bene ma benissimo. Brava Stefania. Un abbraccio a te.
un racconto meraviglioso! Le ricette della memoria sono sempre speciali, buonissime, ma questa è veramente strepitosa, non solo per la memoria!!! Sai che ho a casa un pacco di pasta di questo formato e non ho mai avuto la buona ricetta per provarla? Mi sa che una domenica che siamo a casa, la provo!!! 🙂 Baciotti
brava ste, hai scritto un post meravigliosamente commovente!!! bello, bello, bello il timballetto! poi mi devi spiegare un po' meglio il fatto della scuola montessori… baci
Uffff…ma nemmeno se torno alla mia infanzia ho ricordi di questo formato di pasta!!! Mi piace un sacco e mia figlia , sono certa, impazzirebbe 😀 Magnifico timballo, da provare.
Che bel post, mi piace ripensare all'infanzia attraverso sapori e profumi, forme e colori. Il timballetto è un modo per servire la pasta davvero carino… in questi giorni farò un saltino in farmacia anche io.. devo trovare le lasagne per giorno 6!! ma tu ci sarai? Un bacio
non ho mai assaggiato questo formato…ma la tua descrizione, insieme ai teneri ricordi, la fa sembrare davvero deliziosa!!! e che bella presentazione! 😉
la cottura sembra perfetta!hai ragione, questo piatto lo davano anche a noi a scuola (alla scuola materna per quanto mi riguarda!)La salsa di quei tempi non l'ho mangiata mai più….
davvero che bel ricordo… e vi facevano fare il riposino così??? o Signur 🙂 ricetta molto sfiziosa!e meno male che stanno aggiungendo davvero tanti alimenti gluten free 🙂 baci
Meraviglia meravigliosa da commozione!!!! Se poi leggo "capuliato" davvero piango a dirotto… ma quante volte ho preparato il ragù con mia nonna e la mia prozia: "vieni Olguccia che prendiamo un po' di capuliato…"
questo formato di pasta mi mancava…vediamo se nella farmacia dove vado di solito lo trovo perchè questa ricetta merita davvero: magari però la provo una domenica, così anzi che rischiare l'abbiocco in ufficio vado direttamente sul divano :)) Complimenti per il bellissimo blog che ho scoperto grazie ad una delle ns. riviste! Ciao, Elisa
26 Comments
Romy
5 Dicembre 2012 at 9:51Bellissimo stefi e ho visto anche il tuo libro! sono felice per te ti seguivo fin dall'anizio e sono davvero contenta per te! brava
elly
16 Aprile 2012 at 18:41Sull'onda della tua ricetta fatta da Carla di Arbanella di Basilico, sono venuta nel tuo blog. E grazie a lei ho potuto conoscerne un altro che rientrerà sicuramente tra i miei preferiti. Oltre al fatto delle buone ricette, è la straordinaria persona che ci sta dietro che mi ha colpito. Bello incontrare altre persone che cucinano con amore, che riescono a commuoversi (come faccio anche io) se riesco a riprodurre un sapore che per me è legato a un caro ricordo! Solo chi cucina con amore e per amore è il più grande degli chef!! Comunque i miei complimenti anche alla tua presentazione! Buona serata!
laroby
5 Novembre 2011 at 11:40che bel piatto con valenza proustiana!!! e poi che dire del biglietto d'ammmmmore??? una "ola" per il rino! bacissimi
Cinzia
4 Novembre 2011 at 21:11Ciao!
Non si può resistere…Belli e super goduriosi.
Un bacione
Mariabianca
4 Novembre 2011 at 14:43Hihihihihi…che ridere Stefania!!! E' normale che dopo una o due o tre timbalette viene l'abbiocco (hihihihi) ed ha ragione tuo marito perchè il capuliato è meglio di seconda (intanto mentre scrivo mi vengono segnate in rosso tutte le parole…..che sarà mai il capuliato? E l'abbiocco?…..non capiscono niente…..)
Ti sono venute non bene ma benissimo. Brava Stefania.
Un abbraccio a te.
stefy
4 Novembre 2011 at 14:27A me questa pasta ricorda tanto la Sicilia….ed è un formato di pasta che si trova con difficoltà ma che io adoro…..ottima la tua ricetta…..
Elena
4 Novembre 2011 at 10:59Che bello questo post e anche la timballetta!!! Le ricette del cuore sono le migliori :)))
gloria cuce'
3 Novembre 2011 at 22:04Ammazza che merenda!
Da siciliana mi piace un sacco questa pasta e non sapevo che a Trapani fosse venduta anche tipo tavola calda.
Baci
officinadelcibo
3 Novembre 2011 at 21:52…dimenticavo… sono Lunanerazzurra! (scusa, ero con l'altro account!)
officinadelcibo
3 Novembre 2011 at 21:51un racconto meraviglioso! Le ricette della memoria sono sempre speciali, buonissime, ma questa è veramente strepitosa, non solo per la memoria!!! Sai che ho a casa un pacco di pasta di questo formato e non ho mai avuto la buona ricetta per provarla? Mi sa che una domenica che siamo a casa, la provo!!! 🙂
Baciotti
L'angolo cottura di Babi
3 Novembre 2011 at 21:28Che buono questo timballetto, e poi è ricchissimo di sapori! Devo trovare quel formato di pasta perché è proprio carino. Bravissima, Babi
Ines
3 Novembre 2011 at 20:06Che belli questi anelletti! E' davvero emozionante quando un piatto ci suscita certe emozioni 🙂
cristina b.
3 Novembre 2011 at 15:06brava ste, hai scritto un post meravigliosamente commovente!!! bello, bello, bello il timballetto!
poi mi devi spiegare un po' meglio il fatto della scuola montessori…
baci
Deborah
3 Novembre 2011 at 15:05Uffff…ma nemmeno se torno alla mia infanzia ho ricordi di questo formato di pasta!!! Mi piace un sacco e mia figlia , sono certa, impazzirebbe 😀 Magnifico timballo, da provare.
meggY
3 Novembre 2011 at 14:42Fantastico!Colorato, goloso e sopratutto profuma di casa,come piace a me!Un abbraccio
Max
3 Novembre 2011 at 14:40Spettacolo di timballo…io m'imballeri a farlo stare su…ciao.
Vale
3 Novembre 2011 at 14:27deve essere squisito capuliato o non capuliato 😉
Elena
3 Novembre 2011 at 13:53Che bel post, mi piace ripensare all'infanzia attraverso sapori e profumi, forme e colori. Il timballetto è un modo per servire la pasta davvero carino… in questi giorni farò un saltino in farmacia anche io.. devo trovare le lasagne per giorno 6!! ma tu ci sarai?
Un bacio
°Glo83°
3 Novembre 2011 at 13:08non ho mai assaggiato questo formato…ma la tua descrizione, insieme ai teneri ricordi, la fa sembrare davvero deliziosa!!! e che bella presentazione! 😉
Elisa
3 Novembre 2011 at 12:20Che meraviglia e che sugo ricco! 🙂
spuntiespuntini senza glutine
3 Novembre 2011 at 12:19la cottura sembra perfetta!hai ragione, questo piatto lo davano anche a noi a scuola (alla scuola materna per quanto mi riguarda!)La salsa di quei tempi non l'ho mangiata mai più….
verdepomodoro
3 Novembre 2011 at 12:16meraviglia… timballette femmine e portatrici di abbiocco! le voglio assaggiare!
Ely
3 Novembre 2011 at 12:12davvero che bel ricordo… e vi facevano fare il riposino così??? o Signur 🙂 ricetta molto sfiziosa!e meno male che stanno aggiungendo davvero tanti alimenti gluten free 🙂 baci
Felix
3 Novembre 2011 at 11:44Meraviglia meravigliosa da commozione!!!! Se poi leggo "capuliato" davvero piango a dirotto… ma quante volte ho preparato il ragù con mia nonna e la mia prozia: "vieni Olguccia che prendiamo un po' di capuliato…"
Grande Ste! Un bacione!
giovanni uno storico in cucina
3 Novembre 2011 at 11:29è vero.. un tuffo nell'infanzia.. buonissimo!!
Elisa
3 Novembre 2011 at 11:27questo formato di pasta mi mancava…vediamo se nella farmacia dove vado di solito lo trovo perchè questa ricetta merita davvero: magari però la provo una domenica, così anzi che rischiare l'abbiocco in ufficio vado direttamente sul divano :))
Complimenti per il bellissimo blog che ho scoperto grazie ad una delle ns. riviste!
Ciao, Elisa