(In questo post: Tre patè: patè di aringa, di lenticchie rosse e granchio)
La scuola è ricominciata anche qui in Sicilia (per la verità, siccome io mi trovo a Belluno (???), a me è ricominciata il 12, con 6 ore di fila al giorno con soltanto 45° nelle aule fresche…ma questa è un’altra storia!) e anche l’ultimo pargolo, quello di mezzo è tornato sui banchi!
La prima volta che il pargolo n. 2 si fidanzò, scelse una ragazzina indiana. Appena mia mamma lo seppe, mi disse “l’importante che non te la porti a casa da grande…!” Vedendo la mia espressione di disappunto, aggiunse “perché se si poi si dovessero separare, si porta i figli lontano e voi non li vedete più!” Devo aggiungere però che il pargolo aveva solo 7 anni e la bambina era adottata e si sentiva più palermitana di me!
Quest’anno a scuola, sempre lui, diventa il miglior amico di un ragazzo di colore. I., lo chiameremo, è simpaticissimo e parla in maniera piuttosto forbita (cosa alla quale non sono abituata, perché i miei figli sembrano regredire, piuttosto). Non appena mia mamma lo vede, mi rivolge una domanda lapalissiana “è nivuru?”
La guardo basita e la rimprovero con gli occhi. “Mamma, si dice nero o di colore!”
Sì, perché noi ragazzi degli anni ’80 abbiamo imparato che se uno è di colore, si dice che è nero, e non negro, se uno è asiatico si dice che è bianco e non viso pallido, se uno è giallo si dice cinese, e non cinesino, e se uno è rosso si dice indiano e non augh!
E aggiungo “suo padre è professore universitario”.
“Ahhh” mia mamma illuminata, “allora è adottato!”
“No, mamma” risposta laconica.
Perché il preconcetto è che se sei di colore e parli bene e frequenti un liceo (soprattutto in centro), e tuo padre è professore universitario, allora sicuramente appartieni ad una famiglia ricca che ti ha adottato.
“E da dove viene, allora?” la seconda domanda spontanea, perché se non sei adottato, allora sei immigrato ed extracomunitario.
“Mamma, è palermitano!”
“Il negretto?” e non pensiate che ci fosse una accezione negativa, ma mia mamma è del periodo di “Faccetta nera” e poi è amico di mio figlio, suo nipote.
Mi sento in dovere di cominciare una disamina su come si chiamano le persone del mondo “!”
“Ma nivuru rimane!”
Il suo ragionamento effettivamente non fa una piega.
“E che lavoro fanno i suoi genitori?” Sottointendendo “fanno le pulizie?”, come se poi fosse un crimine.
“No, mamma, ti ho detto che suo padre è professore universitario”
“… Ma sei sicura?”
E siccome siamo per il multicolor allora ho pensato di postare questi tre patè, che giacevano in fondo all’archivio delle mie foto, visto che la ricetta risale nientepopòdimeno che al periodo di natale…
Il primo (che poi sarebbe il secondo crostino) l’ho copiato spudoratamente da quel genio dell’arte culinaria, nonché (st)Renna di oggi (mi raccomando andate a vedere il suo capolavoro di oggi) di Mapi di L’apple pie di Mary Pie.
Patè di lenticchie rosse
180 g lenticchie rosse
1/2 l brodo vegetale
1 cipolla tritata
2 spicchi aglio
2 cucchiai di pepe rosa
30 g burro
1 cucchiaio di Marsala
1 rametto di maggiorana (o 2 cucchiaini di maggiorana secca)
olio extravergine di oliva
Le lenticchie rosse non hanno bisogno di essere ammollate, o così almeno dice il produttore (e io mi sono fidata ciecamente e ho fatto bene).
Soffriggere in un poco di olio nel wok aglio e cipolla tritati per due o tre minuti, aggiungervi le lenticchie, la maggiorana e il pepe e mescolare bene per insaporirle. Aggiungere il brodo caldo a poco a poco e farle cuocere per 40 minuti almeno. Unire il Marsala e farlo evaporare.
Frullare il tutto per ottenere una crema omogenea e aggiungervi il burro. Mescolare bene per farlo sciogliere e amalgamare.
Volendo, a questo punto si può passare la crema al setaccio per togliere le bucce; a me piaceva però il suo aspetto rustico, quindi le ho lasciate (dice Mapi e io aggiungo che a me scocciava e non l’ho fatto!)
Foderare un piccolo stampo con della pellicola, versarvi il paté compattandolo bene, livellarlo e metterlo in frigorifero a rassodare per almeno due ore.
Sformare il paté e servirlo con piccoli crostini di pane gluten free.
Il secondo paté (il terzo crostino) invece proviene da questo blog e siccome adoro l’aringa, ho voluto provarla e ho fatto bene.
Patè di Aringa
INGREDIENTI:
Aringa Affumicata
Cipolle di Tropea
Erba Cipollina
Panna Acida (io ho aggiunto un cucchiaio di limone alla panna)
Burro
Pepe Rosa
Tenete in ammollo l’aringa in acqua fredda per un quarto d’ora. Tritate finemente la cipolla e mettetela da parte. Asciugatela bene e frullatela con burro, panna acida, erba cipollina e pepe rosa. Aggiungete il trito di cipolla ed amalgamate il tutto. Coprite con della pellicola e tenete in frigo fino al momento di servire. Spalmate sui crostini gluten free o su qualche fettina di mela.
Il terzo paté (cioè il primo crostino) invece proviene da un libro di Sale e Pepe e riscuote sempre un enorme successo.
Ingredienti (per 8 persone)
1 scatola da 250 gr. di polpa di granchio
alcune gocce di limone
alcune gocce di tabasco
sale e pepe
3 cucchiai di maionese (io Calvè che è senza glutine)
1 cucchiaio di salsa di pomodoro (io di solito preferisco quella di pomodori freschi, ma potete usare, se non è stagione, anche del concentrato di pomodoro Mutti, che è come se fosse fatto a casa)
un po’ di paprika (mia aggiunta)
Crostini
Sgocciolare molto bene la polpa di granchio e mescolare con tutti gli ingredienti fino ad ottenere una salsa morbida. Nel libro si suggerisce, se il composto risultasse troppo duro, di aggiungere un po’ di panna, ma io non è ho avuto bisogno. Mettere in frigorifero per almeno due ore e servire con crostini. Una vera delizia!!!
Ora un piccolo aggiornamento sul contest delle (st)Renne Gluten Free.
Le (st)Renne si sono consultate e hanno deciso che il vincitore non sarà uno, ma ben 5. Tutti e cinque entreranno di diritto per il mese successivo avranno il piacere di far parte del gruppo (con relativi cazz… su FB e per chi non è su FB per e-mail) e di aver attribuito un giorno in cui dovranno pubblicare la loro ricetta con il tema del mese. In questa maniera molte più persone avranno la possibilità di vincere il week end per due persone all’agriturismo Baglio Costa di Mandorle di Paceco.
Vi è piaciuta questa ricetta? Restiamo in contatto, mettete MI PIACE alla mia pagina
A presto
Stefania Oliveri
18 Comments
fantasie
19 Settembre 2011 at 5:10Tutti: grazie per il vostro passaggio. I vostri commenti sono sempre graditi! Un bacio a tutti
Anonimo
18 Settembre 2011 at 17:15come al solito un post meraviglioso
La Gaia Celiaca
17 Settembre 2011 at 22:10"è nivuru" potrebbe uscire diretto diretto da un libro di montalbano, per quel che pare a me centrica del centro-nord 🙂
questo post mi ha fatto morir dal ridere e pure pensare…
e poi sbavare di fronte ai tuoi paté: stefania, sei una cuoca incredibile, mi piacciono un sacco le tue cose, grazie di proporle pure a noi.
baci
La Cuoca Many
17 Settembre 2011 at 19:54Ciao carissima, innanzitutto buona domenica!
Molto bella l'idea dei crostini, trovo che siano sempre ottimi per una cena con gli amici dove la multiculturalità si incontra sempre.
A presto
Claudia
17 Settembre 2011 at 5:00Io abito in un paesino e quindi per i bambini anche se vengono da Roma son sempre stranieri….
All'asilo aveva un bambino che veniva dal nord e il piccolo aveva stretto amicizia. Ora che il mio bimbo è alle elementari è gia il secondo anno che mi dice che ha in classe con lui un bimbo straniero (stavolta non italiano) e che sono compagni di banco, lui è molto contento anche se mi dice che a volte non capisce quando parla ma che fa del tutto per comprenderlo.
Questo mi rincuora.
Ci sono molte persone che parlano come fa tua madre ma non è una colpa perché dipende molto il periodo e la società in cui si vive.
I tuoi crostini sono molto appetitosi, brava
baci e buon fine settimana
il cucchiaio magico
16 Settembre 2011 at 19:29Da te c'è se,pre un'aria allegra. Mhmhmhm, che buoni, brava.
Luca and Sabrina
16 Settembre 2011 at 16:55Tua mamma ci ha fatto anche sorridere per quelle sue uscite, perchè comunque dentro abbiamo letto innocenza, però i pregiudizi sono proprio ben radicati purtroppo. L'unica distinzione che noi personalmente facciamo è tra gente onesta e gente che onesta non lo è e questo a prescindere da razza e colore, per il resto siamo aperti al mondo.
Un abbraccio da Sabrina&Luca
Enza
16 Settembre 2011 at 13:52che forte che sei… è sempre un
piacere passare da te!!
ottimi i tuoi crostini!!
Ciaoo
Fabipasticcio
16 Settembre 2011 at 12:18Belli e appetitosi questi crostini!
Premesso che io son "foresta" e "campagna" per chi "x'è venexian", Ale sin dall'asilo ha avuto compagni di varie nazionalità e fino ad adesso sia lui sia i suoi compagni hanno fatto un bel percorso nello stare insieme, speriamo continuino. Ma questa è davvero divertente…Premetto Ale è nato a Roma, ma è sempre vissuto qui a Mestre. Mio nipote quest'estate gli ha detto "Ale sei nato a Roma, devi parlare Italiano!" E io gli ho risposto "Guarda che parla italiano!" E lui "Ma allora perchè non parla come me???" Potenza delle cadenze e dei dialetti 😉
Virò
16 Settembre 2011 at 10:57Qualche anno fa la mia nipotina, che abita a Varese, mi ha detto: "Lo sai zia che all'asilo ho in classe un bambino romeno, proprio uguale a te"…
"Ma, veramente io sono romana, non romena…"
"Va beh, zia ma è uguale, no?"…
Potenza della globalizzazione!…
Kitchenqb
16 Settembre 2011 at 10:16Ciao Stefania! Non mi ero accorta che avevi cambiato il vestitino al blog…veramente carino! Mi piace! 😀
Carina la discussione con la mamma, e interessante dei tre paté quello di granchio…m'intriga! :)))
A presto cara!
Mariangela
16 Settembre 2011 at 9:22Stefania mi sembra di vederti alla prese con questa discussione con tua mamma!! molto divertente!! la mia di mamma ha una mentalità più aperta, fino a qualche anno fa viveva in Egitto….
Ottimi i crostini, complimenti!!
Anna
16 Settembre 2011 at 8:30Rido! La mamma è troppo forte!!! I crostini devono essere buonissimi, purtroppo in questo periodo sono in crisi di astinenza da pane e pasta, da quando sono in gravidanza ho sviluppato pure il diabete gestazionale!!!! Per il contest potrò partecipare solo per qualche mese perché poi nascerà la cucciola e dovrò pensare ad altro. Dici che ne vale la pena?
Un grande abbraccio
Mariabianca
16 Settembre 2011 at 7:31Tre crostini uno meglio dell'altro.
spuntiespuntini senza glutine
16 Settembre 2011 at 7:08tutti e tre goduriosi!!!..e come al solito i tuoi post fanno ridere e riflettere!!!purtroppo la nostra cultura, anche quando è aperta, ci fa sempre ragionare da "bianchi"…la pubblicità, la televisione..poi sono maestri nell'alimentare questa impostazione mentale…e vabbè!!i "piccoli" ci danno sempre degli insegnamenti!!:)
Pentole di cristallo
16 Settembre 2011 at 6:54Interessante il patè di aringa!
giulia pignatelli
16 Settembre 2011 at 6:27stefania… ti vorrei proprio vedere a discutere con tua madre ;)))))))
Viva il multicolor e questi crostino!!! Si trovano bene per il prossimo natale 🙂
Mascia
16 Settembre 2011 at 5:30Anche mia suocera si sconvolge sempre del fatto che mio figlio, all'asilo, abbia così tanti compagni "stranieri", io invece la trovo una cosa splendida !!!
Come trovo splendidi i tuoi crostini, quelli con le lenticchie rosse poi ….