Lasciamo Zernest, direzione Bucarest, avendo imparato che qui anche i cani e i galli parlano un’altra lingua (il primo fa “am” e il secondo “cucuricu”, solo i gatti parlano lo stesso idioma nostro!) e conoscendo (solo io e il cucciolo, per la verità) tantissime parole rumene, e ci incamminiamo direzione Bucarest. La strada è buona, ma a causa di lavori in corso ci si impiega tre ore, però il paesaggio è bello e così verde, oltre che così romantico!
Arriviamo a Bucarest, pur non avendo il navigatore (o forse proprio per quello) e ci ritroviamo dentro una grande forno. Bucarest è una città caldissima, perfino per una sicula come me, ma il caldo è secco, secchissimo per cui i rumeni, hanno trovato un’escamotage non da poco: ad ogni angolo di strada, così come nei locali all’aperto ci sono degli innaffiatori di persone. Vaporizzano l’acqua e con un ventilatore la spingono sulla gente per rinfrescarla… e così finisce la messa in piega peggio che a Palermo!
Me ne faccio una ragione… ma quello che non riesco proprio a spiegarmi è perché non si trova l’aria condizionata neanche a pagarla a peso d’oro. Rifugiandoci in un grande magazzino, per godere di un po’ di refrigerio, scopriamo con orrore che non è condizionato. “Perdindirindina” (ok, forse era una parolaccia), pensiamo, “proprio quello con l’aria rotta dovevamo beccare”. Usciamo di corsa per correre nel successivo e… niente. Insomma dopo il terzo capiamo che non la troveremo da nessuna parte e ci rassegniamo ad avere i capelli in disordine. Per fortuna le fontane funzionano e ce ne sono a bizzeffe e così, bagnandoci il capo, riusciamo ad arrivare in fondo agli ultimi tre giorni di viaggio.
Bucarest è una città incantevole e, a ragione, viene definita la Parigi dell’est e non solo perché c’è l’arco di trionfo e neanche perché Ceausescu decise che l’immensa strada (viale Unirii) che porta al suo palazzo (Palazzo del Popolo) dovesse essere più larga di un metro e più lunga di tre rispetto agli Champs Elisèe, distruggendo, per realizzare ciò, alcuni dei quartieri più antichi della città. Bucarest è una città europea, grandissima, imponente, contornata da due fiumi, che però non mitigano il clima torrido estivo. Eppure è una città contraddittoria, che non si esalta, che non si espone, che non si fa conoscere, basti pensare che non ci sono Tourist Information… Infatti, neanche a dirlo, abbiamo difficoltà ad arrivare al nostro albergo, che pure è centralissimo, anche perché è il 15 agosto ed festa anche lì, per cui è tutto chiuso… Però la disponibilità e la gentilezza della gente, oltre al fatto che tutti i giovani (e fra i giovani comprendo anche le persone della mia età!) parlano inglese molto bene. Così fra un informazione e l’altra e un taxista caritatevole che ci ha letteralmente guidati fin all’albergo, arriviamo sani e salvi. Essendo tutto chiuso decidiamo di fare un giro nei dintorni al nostro hotel, che è centralissimo e di recarci a vedere il centro storico. Consiglio di partire già cartina muniti dalla vostra città… Comunque finiamo la serata in un ristorante di lusso, dove riprendiamo la tochitura che per la cronaca, ha anche l’uovo fritto in cima… per la serie “noi non temiamo il colesterolo!”.
Però per stare sul leggero l’indomani ho preso la carpa!
L’indomani mattina di buon ora decidiamo che la prima tappa deve essere Casa del Popolo, oggi Palazzo del Parlamento. Prendiamo la metropolitana, dove credo di avere avuto un travaso di bile, perché è efficientissima oltre che estremamente economica, e poche fermate dopo arriviamo a Piata Unirii, davanti una fontana incantevole e grandiosa, dove non posso fare a meno di fotografare una pista ciclabile degna di questo nome!
Adesso non ci rimane che fare questo lunghissimo vialone ed arrivare a destinazione. Però, nuovamente, vengo sconvolta dal fatto che non c’è una indicazione stradale.
Arriviamo di fronte al Palazzo, in questa immensa piazza e ci si pone il problema “l’entrata sarà a destra o a sinistra?” Ovviamente scegliamo la parte sbagliata e sotto un sole davvero cocente andiamo prima a sinistra e poi ci rifacciamo la strada tutta indietro perché dovevamo prendere a destra! Quando arriviamo finalmente a destinazione, ci sembra di essere stati nel deserto… ma, meraviglia delle meraviglie neanche qui troviamo l’aria condizionata! In ogni caso facciamo il biglietto, aspettiamo che parta il nostro tour e ci incamminiamo per questo enorme edificio, secondo solo al pentagono… Peccato scoprire solo alla fine del tour di aver visitato solo il 5% del palazzo e che avremmo potuto vedere qualcosa in più, se solo ce lo avessero chiesto all’ingresso… Invece danno per scontato che tu voglia fare il giro breve… Davvero peccato! In ogni caso il 5% consiste di una decina di sale, una più bella dell’altra, enormi, con marmi e cristalli preziosissimi, tutti rigorosamente rumeni, un teatrouna sala da ballo, i bagni (ti fanno fare pure la sosta al bagno!), e il balcone che si affaccia sulla piazza, dove Micheal Jackson di fronte ad una folle oceanica ha salutato dicendo “ Ciao BUDAPEST!”…
Finita la visita, decidiamo di riprendere la metropolitana ed andare a visitare il più grande museo all’aperto d’Europa, il museo del Villaggio. Passiamo dall’Arco di Trionfo e arriviamo in questo immenso parco, dove si trova il museo…
Dovendo scegliere di visitarne solo uno, pensiamo che questo possa essere quello più interessante e divertente per i pargoli. In realtà vengono attirati solo da dei gattini piccolissimi, che vogliono giocare e tante coccole da noi… Al ritorno passiamo da un altro mega parco (Herastrau), pubblico stavolta, attrezzatissimo, come ho visto solo in Austria… e con invidia penso ai parchi che abbiamo a Palermo e a quello che offrono (“già, che offrono?”). I pargoli si divertono tantissimo e così sono più disposti al ritorno a soffermarsi ad ammirare il monumento davanti al Teatro Nazionale (in restauro)
che riproduce il circo sorto per combattere la povertà dei bambini che vivono nelle fogne e che sniffano colla per non sentire i morsi della fame, che si trova proprio vicinissimo al nostro albergo (meraviglioso), in piazza Rivoluzione, così chiamata perché qui cominciò la rivoluzione del 1989 contro il regime di Ceacescu e dove infatti si trova anche il monumento al primo ribelle. Fra l’altro in questa piazza c’è una targa che indica il km 0 della Romania, lì cioè, è il centro esatto, il cuore del paese, dal quale si fa anche ripartire simbolicamente la rinascita della nazione dopo il regime.
Il giorno dopo ci dedichiamo a visitare la città antica. Via Lipscani, dove prima di arrivare incontriamo l’ateneo e la vecchia Banca,
è un cantiere a cielo aperto,
dove si trovano tantissimi negozietti e locali pubblici, un po’ decadente, ma dove si deve assolutamente andare per vedere Hanul Manuc, il più antico albergo della città, tutto in legno e ancora funzionante, la stupenda chiesa ortodossa Stravropoleos,
la Curte Veche e la statua di Vlad Tepes (il conte Dracula). In questo giro, siamo fortunati e incontriamo Silvia, famosissima cantante rumena che sta partecipando ad uno show televisivo in diretta.
Uniamo sacro e profano e sulla stessa strada bulevardol Unirii visitiamo Kretelescu, un’altra chiesa ortodossa, forse la più bella di Bucarest, e, incredibile ma vero, la statua della lupa con Romolo e Remo… In tutto questo si va anche alla ricerca spasmodica di una libreria in cui reperire un libro di ricette rumene… Devo dire che è stato alquanto difficile, librerie di libri antichi ce ne sono ad ogni angolo, ma evidentemente non apprezzano l’editoria moderna… almeno non al centro. Per il resto, non siamo riusciti a vedere tantissimi parchi, altrettanti musei che ne sarebbe valsa la pena, come quello di Arte, ad esempio, così come i cimiteri, e ce ne sono ben tre di tre confessioni religiose diverse, che, a quanto pare sono delle opere d’arte, o il palazzo reale… Per il resto, devo dire mi sono trovata come a casa, le strade abbastanza sporche, proprio come a Palermo, il rumore e il caldo…
L’ultimo giorno, le ultime ore ne approfittiamo per fare un giro panoramico della città, che è davvero immensa e in espansione, vediamo la cattedrale cattolica e ci dirigiamo all’aeroporto… La Romania ci è rimasta nel cuore e chissà che un giorno non ritorneremo per rivedere i nostri amici e visitare ciò che non siamo riusciti a vedere.
17 Comments
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12 Gennaio 2012 at 16:38I want to go to Bucarest because I've heard people saying it is a beautiful place, I'm so excited to go there as soon as possible.
Acky
11 Settembre 2011 at 15:14Ciao Stefania, mi hai proprio dato un'idea nuova di viaggio! Ehi peró, che bella differenza tra la tochi….insomma quella lì con l'uovo e la triste carpa ^__^ hihi bel reportage, pensa quando pubblico quello su Palermo…mi verrai ad aiutare?!? 🙂
Lady Boheme
9 Settembre 2011 at 19:10Complimenti per il fantastico reportage!!!!
Letiziando
9 Settembre 2011 at 13:58Grazie per tutto questo "lavoro" che hai fatto… a buon rendere esarai la mia guida ufficiale se mai mi recassi in tali posti 🙂
Buon week end
La Gaia Celiaca
9 Settembre 2011 at 9:54mi fai morire mi fai… pure silvia famosissima cantante rumera :-))))
a me bucarest fa sempre venire in mente le previsioni del tempo di quando eravamo piccoli, che quando leggevano le temperature delle varie capitali europeo una volte su due c'era "bucarest – non pervenuta" che dava proprio l'idea di un regime che non funzionava…
Max
9 Settembre 2011 at 9:53Bravi bella descrizione e bel reportage fotografico…ciao…
Cristiano
9 Settembre 2011 at 9:08ciao complimenti per il blog da oggi ti seguo pure io ;))
cioa cris
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nicoleta
9 Settembre 2011 at 8:46Scusa Stefania ,puoi cancellare primo commento , ho inseriti male URL. Grazie!
nicoleta
9 Settembre 2011 at 8:43Bello il tuo racconto!
Proprio vero, Bucarest è una città contraddittoria ,direi tutta la Romania.
ciao!
nicoleta
9 Settembre 2011 at 8:40Bello il tuo racconto!
Proprio vero, Bucarest è una città contraddittoria ,direi tutta la Romania.
ciao!
luna
9 Settembre 2011 at 8:13che bel racconto… e che bei posti!!! Per i piatti ne so qualcosa: i miei allievi rumeni mi hanno parlato di certi piatti…. mhmmmmmhmmmm 🙂 uno l'ho anche fatto: i sarmale, buooooooni!!!! 🙂
stelladisale
9 Settembre 2011 at 8:02bellissimi questi post sulla romania, magari c'è gente che pensa che là siano ancora nel medioevo e invece sono posti bellissimi pieni di storia e cultura…
fantasie
9 Settembre 2011 at 6:32annaferna: è un peccato che lo sia associ solo a quello, perché è davvero un magnifico paese!
ilcucchiaiodoror: in Italia ci dovremmo attrezzare e non solo per quello… e anche io preferisco i luoghi poco turistici… però che fatica reperire informazioni!
ele: assolutamente ne vale la pena. Costa pochissimo, ma è fantastico!
Francesca: assolutamente, e merita più di due giorni e mezzo!
Francesca
9 Settembre 2011 at 6:23Ma che belle foto!! Mi sembra di capire che merita una bella visita, Bucarest!! Grazie per il reportage!!
Franci
ele
9 Settembre 2011 at 6:05se decido di andare in romania mi stampo i tuoi post come guida! i racconti e le descrizzioni sono a dir poco affascinanti, ti prendono, anche a quest'ora del mattino!
ilcucchiaiodoro
9 Settembre 2011 at 6:01Che bel tour che vi siete fatti! Anche qui in Italia ci dovremmo attrezzare per quelle isole "refrigerio",sai che io preferisco quei paesi dove non ci sono molti turisti? Fa niente se poi trovare l'hotel si fatica un pò..
Donatella
annaferna
9 Settembre 2011 at 5:26no ….tour? ahi ahi ahi….però mi sembra che arrivati a destinazione, la fotoreporter sia stata efficientissima!!!
grazie per questo tour in un paese vicino ma poco conosciuto se non per le sue (ormai nostre) donne-badanti 🙁
baci 😀