Primo giorno. Viaggio.
Il volo in realtà non dura molto, solo un’ora e 50 minuti. Solo che noi, l’areo, l’abbiamo preso a Catania, quindi prima abbiamo guidato per due ore, e poi siamo atterrati a Bucarest e per andare a Zernest ci vogliono tre ore… In realtà Zernest non è nemmeno così lontana, ma non esiste l’autostrada in questo tratto e la massima velocità che si può raggiungere è di 70 Km orari… Per cui per essere così vicino, impiegarci 12 ore per arrivare, effettivamente è un po’ tanto.
Partiamo comunque col sole e col caldo e arriviamo con una pioggia incessante e violenta, che ci accompagna fino all’arrivo. Con una disponibilità e una gentilezza fuori misura. Il figlio della nostra tata ci viene a prendere fino all’aeroporto di Baneasa (il secondo aeroporto di Bucarest), quindi guida per tre ore all’andata e per tre ore al ritorno senza averci mai visto… Continuo a rimanere confusa da tanto affetto!
Parto con poche aspettative, di certo non è IL viaggio che avrei voluto fare. Cosa aspettarsi da un paese, fino a pochi anni fa sotto un dittatore, che costringe molti suoi abitanti ad emigrare? Solo estrema povertà! Ma c’è il castello di Dracula e i pargoli vogliono proprio vederlo. E poi c’è lei, la nostra adorata Dora, che da quando la conosco, ci chiede di andarla a trovare… e poi c’è un biglietto aereo davvero economico… Perché no? Partiamo con la Wizzair, una compagnia low cost, che, per chi ancora non lo sapesse, non assegna i posti a sedere al momento dell’acquisto. E non lo sapeva di certo un nostro viaggiatore italiano, che comincia a strepitare fin prima della partenza, già al check in, perché l’hanno costretto ad uscire dalla borsa un pacco di biscotti e a portarseli a mano perché la valigia a mano era più grande della misura consentita. Un signore di mezza età (ma non la mia, eh!), di circa 50/55 anni, con capelli grigi e folti e un paio di baffoni col ricciolo alla fine e un orecchino al lobo destro, vestito tutto di bianco con un paio di scarpe sportive da ragazzo, che sbraita con la poveretta accanto a lui che si capisce ad un miglio di distanza che una donna rumena, che lo sopporta amorevolmente e gli dice sempre “sì, amore, hai ragione!”. La donna lo prende a braccetto e e gli accarezza il viso. Lei è piacente, altina, capelli corti e castani, colorati di rosso porpora, dei cerchi d’oro, grossi, alle orecchie, un paio di scarpe da gran sera di pelle nera e borchie luccicanti su un paio di jeans e una maglietta traforata azzurra. Ma la dolcezza della signora non placa le ire del suo uomo che non appena arriva in aereo scopre che non ha il posto assegnato e deve sedersi dove trova posto. “Io non viaggio più con questa compagnia, è uno schifo, prima mi fate portare i biscotti in mano e ora mi dovete fare sedere dove capita, mai mi è capitato in tanti viaggi che ho fatto!” L’hostess parla solo rumeno e inglese, o almeno questo fa credere e non lo degna nemmeno di uno sguardo. Gli animi si scaldano, però, all’interno dell’abitacolo, perché alcuni rumeni cercano di spiegargli, visibilmente infastiditi da tanto clamore e fracasso, che nelle compagnie low cost e così, come per dire “quanto spendi, mangi!” e lui rinforza dicendo che è disponibile a pagare anche 500 euro, ma con Wizzair non viaggia più! Amen, almeno, spero, di non incontrarlo più! Fortunatamente riesce a trovare un posto quasi a metà aereo, mentre noi finiamo in coda per trovarne 5 tutti insieme.
Arriviamo in men che non si dica, anche perché una costante delle low cost è che partono sempre puntuali e arrivano in orario, se non in anticipo, e già dal finestrino vedo una pista fra le case da una parte e la strada dall’altra… Atterriamo e anche qui scatta l’applauso. E io che pensavo che solo i palermitani lo facessero!
Scendiamo in una Bucarest piovosa e fredda (14°, cioè, per noi, pieno inverno). Aspettiamo di prendere l’unica valigia che abbiamo imbarcato. Ne abbiamo portato una a testa sull’aereo, ma i prodotti senza glutine proprio non ci stavano e siccome sulla Romania le notizie sulla celiachia sono davvero sconfortanti, decido che mi porto tutto da casa! L’aeroporto, o come lo chiamano, composto da uno stanzone e mi sento catapultata negli anni ’60.
Ci aspettano tre ore di viaggio ancora, in macchina e subito constatiamo che la guida in Romania è peggiore che a Palermo. In una strada stretta e a doppio senso, i sorpassi si fanno anche in curva, tanto la macchina che viene di fronte rallenta, ci spiegano. Abbiamo pensato per ben tre volte di morire e francamente non mi aspettavo di stare più in tensione che in aereo (dove tranquilla, comunque, non sto mai!). Insomma riesco a rivalutare la guida di mio marito e di tutti i palermitani in genere, forse non sono cos= spericolati!
Comunque, dopo questo tragitto avventuroso e una sosta a Brasov dove affittiamo una macchina, o meglio il mio dolce doppio e il nostro accompagnatore ci lasciano in un complesso di casermoni isolati e solitari, al buio, mentre loro si addentrano in un capannone, dove dopo 10 minuti di attesa, scopriamo essere anche esso al buio di sotto, mentre dal piano superiore arriva una luce fioca e le loro voci si sentono a malapena e dopo 20 minuti buoni riappaiono miracolosamente con una chiave in mano e una Dacia bianca che diventerà la nostra macchina per 7 giorni. Altri 20 minuti e arriviamo finalmente, sani e salvi, a casa. Qui, ci aspettano per mangiare la nostra beneamata e tutta la sua famiglia, sorella, cognato e nipoti inclusi. Insomma ci mettiamo a tavola alle 23.30.
Ci hanno preparato le loro specialità (tutte naturalmente gluten free), che accogliamo con grida di giubilo tutti… tranne il cucciolo, che continua a dire “è buonissimo, è buonissimo”, ma mi guarda con l’aria da cane bastonato perché non vuole mangiare la Cjorba con la … trippa!
Non riesco a trattenermi e comincio a ridere come una matta e Dora, amorevolmente, ci toglie dall’imbarazzo, affermando che quando la zuppa è fredda non è più buona e così gli toglie il piatto davanti. Meno male che i Mici (salsicce di carne tritata) successivi sono pure di suo gradimento!
Andiamo a dormire alle 2 di notte fra una chiacchiera e l’altra!
A presto per il seguito
Stefania Oliveri
17 Comments
Ancutza
4 Ottobre 2011 at 21:51🙂 è vero ritovarsi a Baneasa aeroporto è come aver viaggiato con la macchina del tempo altrochè con l'aereo. Però un aereporto ancor più minuscolo c'è, ed è in Italia a Levaldigi…e io sono talmente fortunata da usarle entrambi:). Invece le ciorbe sono proprio tipiche…quella con la trippa è un pò pesante ma va benissimo col freddo invernale oppure dopo aver bevuto troppo(dicono cosi':).
Sonia
28 Agosto 2011 at 9:10bel resoconto anche questo! non sapevo che facesse freddo lì, ma per voi è stato meglio penso 🙂 le ciorbe sono tipiche e squisite e i mici non hanno eguali!
Milen@
25 Agosto 2011 at 21:22Carissima è un paicere rileggerti: aspetto le altre puntate delle vostre vacanze 😀
Bellissima al nuova grafica del blog :DDD
Cristina
24 Agosto 2011 at 4:57Ciao Stefania
Bellissimo racconto. Non vedo l'ora di leggere cosa avete visitato nella mia città, Bucarest.
Per il tuo figlio un grande abbraccio, la minestra di trippa non è il massimo per i bambini. Io mi sono convinta di assagiarla per la prima volta a 20 anni 🙂 e da adesso lo amo con tutto il mio cuore.
Cristina
Alessandra
23 Agosto 2011 at 18:53Stefania…quindi??come prosegue?Mi piacciono le avventure viaggesche 🙂
adry
23 Agosto 2011 at 13:04Io sono rumena (da Brasov, Transilvania) e mi sono divertita tanto leggere le vostre "avventure" di questa vacanza!!! Aspetto il seguito
fragoliva
20 Agosto 2011 at 17:50e adesso aspetto con ansia le nuove puntate.
Grazie dello splendido post
A.
Ginestra
20 Agosto 2011 at 13:02Eccomi ci sono, ho letto come sempre tutto d'un fiato, e non vedo l'ora di leggere il seguito…mmm io la trippa la mangio e pure volentieri, anzi a dirla tutta non ho ancora pensato a qualcosa che non mangio, Stefà è sempre un piacere leggerti!!
spuntiespuntini senza glutine
20 Agosto 2011 at 8:06non vedevo l'ora di leggere il tuo racconto!!aspetto il seguito!!!:D
Fabiana
19 Agosto 2011 at 20:18Che bello…. un viaggio quasi a scatola chiusa e con la complicità dei tuoi figli, partirei adesso per qualsiasi destinazione ed in qualsiasi collocazione!!!
Torna prestissimo con il seguito….io aspetto!
arabafelice
19 Agosto 2011 at 16:18Mi fa tanto piacere rileggerti, Stefi, e aspetto con ansia le prossime puntate 🙂
Chiara
19 Agosto 2011 at 14:43sei sempre divertente Stefania e quel cucciolo davvero adorabile…un abbraccio e aspetto il seguito…
Acquolina
19 Agosto 2011 at 13:51che viaggio! anche mia suocera c'è stata un paio di anni fa, c'è molto verde, aspetto i prossimi racconti! ciao!
Loredana
19 Agosto 2011 at 13:05Aspetto il resto del resoconto e un pò di ricettine, naturalmente!!
ciao loredana
Letiziando
19 Agosto 2011 at 12:58Grandioso resoconto di vacanza… mi pareva di essere dietro all'urlante uomo dai baffi a ricciolo…. sei una forza cara 🙂
verdepomodoro
19 Agosto 2011 at 12:09ma che curiosità che mi hai messo… aspettiamo le novita!
Anna Luisa e Fabio
19 Agosto 2011 at 11:17Se poi vedi sono sempre gli italiani che si tirano queste questioni inutili. Se si fosse informato prima o se semplicemente si fosse adeguato alle regole, sarebbe stato tutto ok. Non 'è niente di peggio di chi crea tensone in una situazione che già la crea di per sé.
Della guida in alcuni paesi ci sarebbe da scrivere un libro. Ma ti assicuro che in Italia (anche se non sembra) si guida davvero molto male. Mancanza di rispetto delle regole, della prudenza e delle semplici regole di civiltà e di rispetto degli altri.
Comunque l'ospitalità che sanno dare fa dimenticare anche una guida spericolata (una "corsa" in taxi con quasi incidente in Portogallo la dimenticheremo difficilmente…).
Fabio