La tradizione siciliana vuole che per Santa Lucia si mangi il riso e la cuccia… e che vengano bandite dalla tavola per quel giorno tutti i farinacei (pane, pasta e dolci…). Cosa che, essendo celiaca, mi potrebbe fare assolutamente felice (visto che sono proprio queste le cose che non posso mangiare). Ma a Palermo la tradizione vuole che si mangino le arancine (e non mi dite che ho sbagliato, qui sono femmine!!!) con carne (ragù), burro (alias mozzarella e prosciutto) e anche con la gianduia (ma benché io sia una sfegatata sostenitrice di cioccolato e dolci, proprio non riesco nemmeno ad immaginarle… figuratevi a mangiarle). Ma, non so se conoscette le arancine (!?!), ma all’esterno sono ricoperte da uno strato di pangrattato croccante e dorato che, fino a prova contraria (e almeno che non siate celiaci) è fatto con il frumento… E la cuccia allora? E’ grano puro, cotto nell’acqua, o nel vino e poi condita con lo zucchero, con la crema di ricotta, con la crema pasticcera, con il bianco mangiare… Ma non dovevano essere banditi i farinacei??? E così da quando ho scoperto di essere celiaca la cuccia è stata severamente bandita dalla mia tavola, rispettando appieno la tradizione (ma quanto sono ligia io!). Quando ero piccola la mia mamma invece la cucinava ogni anno e in abbondanza perché a noi piaceva tanto. La preparazione prevede tre giorni di ammollo e ore e ore di cottura, che mia madre accorciava con la pentola a pressione. La mattina di Santa Lucia, per colazione ci faceva trovare una bella tazza fumante di grano con la sua acqua di cottura che noi condivamo con lo zucchero. Era una gran festa. Solo che (e non so perché) mia madre aggiungeva anche i ceci… che io cordialmente, ma categoricamente, odiavo. Così una buona mezz’ora mi passava alla ricerca di ceci all’interno della brodaglia e alla loro epurazione. Poi, dopo il duro lavoro, finalmente mi potevo godere la mia meritata razione. Qualche cecio birricchino però riusciva sempre a scappare alla cattura, ma la sua fine era ancora peggiore, perché appena me lo ritrovavo in bocca, lo sputavo schifata…Ogni anno le chiedevo che la facesse senza ceci, ma puntualmente lei li metteva, sostenendo che la cuccia si facesse così! Forse per questo motivo fino a qualche anno fa, diciamo che, non apprezzavo il loro gusto (ma poi si cresce e i gusti cambiano). Quando arrivammo a Palermo, però, scoprii con enorme gioia che la cuccia poteva essere condita in maniera diversa e soprattutto, cosa meravigliosa, che non si usavano i ceci!!! Ma mia madre comunque si ostinava a farla sempre alla stessa maniera, perché lei mica è palermitana. Per fortuna io avevo una amica carissima palermitana d.o.c. da generazioni, la cui mamma si attenva scrupolosamente alla tradizione locale facendola senza ceci (alleluia) e con la crema di ricotta. Potevo io non mangiarne quintalate??? Naturalmente e inspiegabilmente il consumo a casa diminuì (con grande stupore della mia mamma, che però continuava a farla perché mi piaceva tanto). Non appena scoprimmo che fossi celiaca, la produzione cessò del tutto, mia madre si rifiutò di farla (“la bambina non la può mangiare” – ma avevo 28 anni) e nessuno a casa mangiò più la cuccia. Tutti comunque, ragionevolmente, se ne fecero una ragione a casa, tranne me! Io adoravo la cuccia palermitana! E non riuscivo a darmene pace. Così qualche anno fa cominciai a sperimentare un’alternativa per sostituire il grano!!! Provai con la quinoa, visto i suoi grani… ma il sapore è troppo lontano. Il passo dalla tavola alla spazzatura fu breve. Poi provai con il miglio, ma anche esso non ebbe successo. Infine provai (scoraggiata) con il grano saraceno e … devo dire che il risultato mi sembra abbastanza soddisfacente; forse ho dimenticato nel frattempo il sapore del grano… ma il mio palato ne rimane appagato e così adesso ogni anno a casa mia si rispetta di nuovo la tradizione di famiglia con la cuccia … ma assolutamente senza i ceci!!!
Simil cuccìa
Ingredienti:
250 gr. grano saraceno
500 gr. ricotta di pecora
350 gr. di zucchero (anche meno… volendo… ma io non voglio!)
Lessare il grano saraceno in acqua bollente per circa 20 minuti. Scolare e far raffreddare. (Molto più semplice del grano, no?). Mescolare la ricotta con lo zucchero e setacciarla (io non lo faccio mai perché mi piace granulosa). Alla vera cuccia palermitana si aggiungono le goccine di cioccolato… io non lo faccio perché non mi piace (e passerei ore a togliere le goccine!)
Con questo ripieno ho pensato di preparare un dolce tipico napoletano che non mangiavo da quando sono diventata celiaca, perché essendo con il grano non potevo riprodurlo…
LA SIMIL PASTIERA NAPOLETANA
Ingredienti per la frolla senza glutine vedi qui.
Per il ripieno vedi sopra con l’aggiunta di 2 cucchiai di acqua di rose. Io non ho aggiunto i canditi perché non li avevo.
A prestoStefania Oliveri
28 Comments
Pasta zucca, ceci e prosciutto | Cardamomo & Co.
22 Dicembre 2015 at 1:05[…] già pronta in freezer, così come anche i ceci (sì, quelli tanto odiati un tempo, ora tanto amati – un giorno anche il pargolo amerà verdura e legumi, me lo sento! […]
GIUSI
1 Dicembre 2015 at 17:04beh.. oltre a “forno star” aggiungerei “problem solver”!!! grazie di vero cuore… Giusi
Stefania FornoStar Oliveri
2 Dicembre 2015 at 11:21<3
SimoCuriosa
14 Dicembre 2012 at 12:47ecco.. ora lo so! grazie! sarei curiosissima di assaggiarla…
fantasie
19 Dicembre 2009 at 6:46@Roberta: un dolce semplice ma di grande aoddisfazione!
fantasie
18 Dicembre 2009 at 23:36@ele: sono contenta che il ricordo ti ha fatto accendere la lampadina… aspetto notizie!
@manuela e silvia: siete venute in Sicilia e non avete assaggiato le arancine???? Allora dovete tornare! Però avvertitemi stavolta! Si la simil pastiera è la versione povera della vera pastiera… ma come tutte le imatazioni, sono lontane dall'originale!!!
@Mimmi: ti capisco e anche io ancora non ho avuto il coraggio di assaggiarle al cioccolato… ma tuuti giurano che sono buone!
@Carrie: sei un tesoro a dire che sono originale!
@Micaela: spero che ti piacciano le due ricette e ne approfitto anche io per augurare a te e tutti quanti ottime feste!
@Gnus: Grazie a te!!!
@Gaia: no, con il riso viene tuut'altra cosa come ben dice la Sirematta… per cui non ci ho mai provato e cercavo invece che scrocchiasse sotto i denti proprio come il grano e il grano saraceno ci assomiglia di più sia per consistenza che per sapore.
@sirematta: grazie per le belle informazioni, sempre interessanti, che mi dai!
@stefi: pensa che io mi sono specializzata in dialettologia siciliana e sociolinguistica…
@Giovanna: si le arancine classiche (anche se laboriose) le faccio (ma raramente!). Sostituisco la panatura con il pangrattato di mais che le fa venire croccanti senza il passaggio anche nella farina.
@Lo: che bello sentirti! Però ti correggo: "odiavo" cordialmente i ceci, adesso ho cominciato ad apprezzarli!
@Edi: ti perdono! … ma che non si ripeta mai più! Baci e abbracci mia cara!
@Lady Cocca: e io come faccio a non amare te? Baciiiiii
@pagnotella: ci troviamo sulla stessa lunghezza d'onda. Pensa che io tengo in frigo sempre una ciotola con la crema di ricotta e la mangio a cucchiate senza nient'altro!Per la tua amica celiaca da me puoi prendere tanti spunti… anzi puoi prendere tutto e lei lo potrà mangiare!
@pinar: già, non avevo pensato alla cannella… ma ero tanto curiosa di fare la prova che non ho aggiunto che il necessario!
@Pagnotella: grazie per avermi avvisata. Adesso è linkabile! Io non sostituisco mai la mia farina con quella 00 (ma credo che si faccia così), perché io cerco di preparare il cibo con farine facilmente trovabili nei supermercati. Infatti la frolla è un mix di farina di riso e di mais… QUesto perché spesso con le farine dietoterapiche (oltre ad essere costosissime) si sente un retrosapore non gradevole, quindi cerco sempre di usare le farine alternative e devo dirti che questa versione della frolla non ha nessun retrogusto e assomiglia ad una frolla "normale".
@lenny: ecco questo è proprio il mio obiettivo! Col vino cotto lo faceva mia nonna paterna.
Roberta
18 Dicembre 2009 at 23:29sembra proprio deliziosa e poi adoro i dolci al cucchiaio! 🙂 baci!
lenny
18 Dicembre 2009 at 21:14Mi piace la tua ricerca continua verso alimenti che non penalizzano il gusto, ma che al contempo penalizzano la tua salute.
Da noi per S. Lucia si prepara il grano con il vino cotto :))
Anonimo
18 Dicembre 2009 at 13:22Kikka, sto per realizzarla con il grano…
però la ricetta per la frolla non è linkabile, mi piacerebbe sapere le dosi…
grazie!
aspetterò 🙂
P.s basterà sostituire la "tua" farina con quella 00 vero?
Pagnottella
pinar
18 Dicembre 2009 at 9:58quando mia madre pepara la pastiera io sono lì a rubare cucchiaiate di grano cotto nel latte e la ricotta lasciata a macerare con lo zucchero! quindi questa la devo fare (in versione grano però)! io aggiungerei della cannella presente anche nella pastiera!
ciao e buon finesettimana
pagnottella
18 Dicembre 2009 at 8:33Amo tutti i dolci con la ricotta!!!
La Sicilia l'adoro anche per questo…
mi piacerebbe provare a farla, in entrambe le versioni…
sai che ho un amica che ha scoperto di esser celiaca anche lei intorno ai 25 anni? Dopo un lungo periodo di disagi.
Un bacio 🙂
Lady Cocca
17 Dicembre 2009 at 16:50Ciao gioia…sai che la cuccia è una tradizione anche nostra del giorno di Santa Lucia…vedi…come faccio a non amare la tua terra….
un bacio grande…ciaooooo
Edi
17 Dicembre 2009 at 16:16Perchè il tempo è tiranno!??! spero domani di riuscire a leggere con calma il tuo post!! per ora mi godo visivamente la tua simil pastiera napoletana…davvero particolare, ma senza dubbio invitante! Scusa se sono di fretta, sei sempre così carina con me che mi dispiace "trascurarti" così!! baci
Lo
17 Dicembre 2009 at 16:11ciao cara come stai? io sono molto impegnata e sempre di corsa…e quando trovo un attimo per fermarmi tra le tue parole mi rilasso e riparto con un sorriso….e così odi cordialmente i ceci?
un bacione
Giovanna
17 Dicembre 2009 at 15:57io sono messinese e, confermo, non abbiamo la tradizione della cuccìa che io conosco solo perchè Anna Moroni la fece tanto tempo fa alla prova del cuoco…però tra ricotta, grano e canditi credo che sarebbe una ricettina da me gradita!
L'arancina alla nutella nun se po' magnà!!!
Le arancine sono col ragù!!^^
Stefania, per fare le arancine salate devi fare un risotto allo zafferano, bello asciutto, aggiugnere grana grattuggiato e l'uovo. Il ripieno immagino lo conoscerai già.Prima di friggerli dovresti passarli in una pastella di acqua e farina, immagino che anche quella di riso potrebbe andare bene! e poi nel pangrattato che potresti fare con qualche prodotto per celiaci, tipo il pane o i grissini…no?
stefi
17 Dicembre 2009 at 15:32Che ricettine….. molto golose!!!!!!
Il racconto interessante, non si finisce mai di sapere cose nuove sulle antiche tradizioni!!
la sirematta
17 Dicembre 2009 at 15:27Stefania, le arancine al cioccolato si fanno col riso bollito oppure utilizzando al posto del brodo un fumetto alla cannella.
Gaia, la cuccia non somiglia neanche lontanamente al budino di riso… i chicchi di grano restano piuttosto croccanti, "emergendo" dalla crema dolce di ricotta con un contrasto duro/morbido dolce/non dolce che è una goduria!
p.s.: il riso dolce non piace neanche a me, si era capito? Ma le arancine al cioccolato non sono fatte col riso "nature", non dolcificato se non dalla spolverata esterna di zucchero.
splash!
La Gaia Celiaca
17 Dicembre 2009 at 12:45la cuccìa a vederla mi fa venire in mente una specie di budino morbido di riso, ma col riso avevi provato a farla?
molto interessante l'idea della pastiera col grano saraceno, era un po' che pensavo a come fare una simil-pastiera!
insomma, solite ottime suggestioni!
Lo zucchino d'oro
17 Dicembre 2009 at 12:32Bello tutto!
Racconto, ricordi, ricette …
😀
Grazie!
Micaela
17 Dicembre 2009 at 11:56ciao Stefania, siccome sono di corsa mi copio il post e me lo leggo con calma!!! approfitto per augurarti buone feste! un bacione.
Mimmi
17 Dicembre 2009 at 11:20Il riso in versione dolce é per me come i ceci per te…
La cuccía non la conoscevo, ma ti ringrazio per avermela presentata 🙂
manuela e silvia
17 Dicembre 2009 at 11:13Ciao! ecco..gli arancini non li abbaimo mai assaggiati!
ottima questa versione per la pastiera: più povera, ma ugualmente golosa e particolare!
un bacione
ele
17 Dicembre 2009 at 10:38il grano! che buono! adoro il grano! da bambina quando vivevo in puglia nel periodo di natale mangiavo una portata (salata) a base di grano cotto, ne mangiavo quantità industriali, poi mi sono trasferita e non ho più mangiato quella delizia, sniff! però… mi hai fatto accendere una lampadina!… devo fare un esperimento…..ti tengo aggiornata! baci
fantasie
17 Dicembre 2009 at 9:50@Alessandra: allora quando vieni a palermo te la faccio assaggiare! … insieme alle arancine!
@Federica: hai mai assaggiato le arancine fatte a Palermo??? Comunque l'invito per la cuccia vale anche per te!
@Sirematta: mai, ti assicuro mai! Anche perché se non le faccio a casa, quelle fatte fuori non le posso assaggiare… ma l'impasto del riso non si fa tipo risotto, no? Sarà solo bollito… fammi sapere così magari ci provo! Sì con la farina di mais viene buonissima l'impanatura! Non apevo questa storia sul grano e non me lo spiegavo affatto, grazie per avermela fatta conoscere!!! Mia madre è di Agrigento e mio padre del messinese… Splash anche te, tesoruccio!
@Tina: vado subito a vedere!!!
Tina
17 Dicembre 2009 at 7:11Ciao Stefania, io sono nata a Trapani e la mia mamma anche se abitiamo in Svizzera ha preparato anche quest'anno la cuccìa. Tra l'altro mio padre mi ha raccontato cosa combinavano i ragazzi il giorno di Santa Lucia. Se vuoi vedere un'altra versione di questo piatto tradizionale e leggere la storia vai su http://coloreincucina.blogspot.com/2009/12/le-ricette-di-nonna-enza-cuccia.html buona giornata, Tina
La sirematta
17 Dicembre 2009 at 6:51Le arancine al cioccolato sono una goduria…… non puoi non averle provate almeno una volta nella vita!! Tra l'altro pare che siano la vera origine dell'arancina, poi trasformatasi in cibo salato.
Il rivestimento esterno non viene bene anche con la farina di mais? scommeto di si 🙂
Per quanto riguarda la cuccia: la tradizione impone di non mangiare grano macinato, in quanto nel giorno di santa lucia, durante le invocazioni alla santa perchè facesse terminare una lunga carestia, arrivò a palermo una nave di grano e tutti ne ebbero una razione. Affamati, i palermitani non se la sentirono di perdere tempo a macinare il grano e trasformarlo in pane e pasta, così lo cucinarono e lo mangiarono intero. Per questo pane e pasta sono banditi dalla tavola, ma non il grano!
Ma tua madre è del siracusano? mi sembra ricordare che da quelle parti la cuccia si fa come dice lei oppure col vino cotto.
Invece nel Messinese, da dove provengono i miei, non si fa la cuccia, ma molti ceci (menon male che non sei nata lì!)
Ps: ottima l'idea del grano saraceno. Brava!
splash!
Federica
17 Dicembre 2009 at 5:22Bello Stefania questo tuo racconto su una tradizione siciliana che non conoscevo. Le arancine non mi piacciono, ma la cuccia (anche se non l'ho mai assaggiata) mi sa di parecchio buono. Per me però CON le gocce di cioccolato….tante!!!!!!
Buona giornata
alessandra (raravis)
16 Dicembre 2009 at 22:24Le arancine mi piacciono, sia femmine che maschi 🙂 – e fermiamoci qui, che è meglio
la cuccìa, invece, non l'avevo mai sentita nominare. Ci sto studiando su da un po', ma penso che rinuncerò a riprodurla, per via della ricotta, visto che la nostra fa pena già di suo,figuriamoci se la paragoniamo a quella siciliana…
Bellissimo post, comunque
buona notte
ale