Questa è una di quelle volte in cui il dono dell’ubiquità ti servirebbe proprio!
Perché come si fa a decidere di scegliere di seguire il corso di uno chef piuttosto che un altro???
A Identità Golose è così, bisogna scegliere. Anche se nell’Auditorium ci sono chef del calibro di Alain Ducasse e Pietro Leeman.
E, alla fine, o forse fin dal principio, ho scelto la saletta blu 2, dove si svolgeva Identità Naturali.
Già l’anno scorso ero rimasta affascinata e piacevolmente colpita e ho voluto ripetere l’esperienza.
Non me ne sono pentita.
Ha aperto i lavori la grande Loretta Fanella. Una donna dolce, timida, ma forte, una pasticciera d’eccellenza.
Già l’anno scorso aveva preparato un dolce senza glutine, del quale mi ero stupita.
Anche quest’anno ha replicato. Più consapevolmente, però, perché ha scoperto che suo figlio è celiaco…
Dolce risveglio, il nome. E devo dire assolutamente azzeccato. Un plumcake con la farina di castagne, una crema all’arancia e una gelatina all’arancia, coperta da una gelatina al caffè, con una caramella di caffè. Ovviamente descrivere il dolce non dà minimamente l’idea della meraviglia che abbiamo assaggiato e della tecnica che c’è dietro, ma più di tanto non so fare…
Però se volete saperne di più ha pubblicato il suo libro, intitolato Oltre.
I lavori sono continuati con Simone Salvini. Anche lui un grande, neanche a dirlo. Piatto a parte, Salvini prima di essere uno chef meraviglioso, è un uomo meraviglioso. E non tanto perché fa della sua professione un’attività seria e volta al benessere della salute, ma per la sua grande umanità e disponibilità.
E non solo perché alla mia semplice domanda se anche il panino fosse gluten free, lui non solo si è informato se fossi celiaca, e mi ha fatto preparare un piatto apposta totalmente privo, e nemmeno perché alla fine mi ha pure ringraziato per non “essermi vergognata di aver esposto il problema”, sottolineando come ancora moltissimi subiscono la celiachia passivamente e il mio atteggiamento invece è vincente, provocando in me un’emozione tanto vicina al pianto, trattenuto solo dalla vergogna di essere di fronte a 300 persone… No, non solo, quanto meno, per tutto questo.
L’abbiamo incontrato poi allo stand dove volevamo acquistare il suo libro. Già l’anno scorso volevo farlo, ma era esaurito e non l’avevo più trovato. Esaurito dovunque. Quest’anno la casa editrice ha deciso di ristamparlo (alleluja). E lui era lì a firmare le sue copie.
Come non approfittarne? Ovviamente non volevo disturbarlo, prendergli meno tempo possibile… E invece, è stato lui a voler parlare con noi, ad informarsi, a ringraziarci pure. Senza fretta, interessato, come solo una bella persona sa fare.
Vi sembra abbastanza?
E devo anche confessare che fosse stato anche solo per loro due, già sarebbe valso il viaggio e tutto il resto.
Ovviamente non vi parlerò di tutti gli chef. Un discorso troppo complesso. Ognuno di loro ha lasciato il segno, svelando i loro segreti, le innovazioni, aprendo le menti agli avventori, anche se riprodurre le loro ricette, sono certa che non sarà così semplice…
Ma Fabio Abbattista merita una menzione. Lui così attento alle materie prime, che sono tutte italiane, anzi mediterranee, scegliendo personalmente dei piccoli produttori, racconta la tradizione, innovandola, così come ha dimostrato con la sua pasta di patate e i suoi gnocchi con crema di ceci e cecina croccante, che al di là del nome, che ho dato io, ovviamente aveva il tocco del maestro, e, neanche a sottolinearlo, era anche gluten free.
E poi Simone Tondo. Se devo essere sincera ricordo poco dei suoi piatti, ricordo che sono di tre colori, ma non ce li fa assaggiare, lui serve personalmente i suoi clienti e lì non può farlo, quindi preferisce non farci assaporare le sue preparazioni. Ma, devo confessare, sono più presa dal suo fascino. No, non solo perché è un bel tenebroso (cioè, non solo), ma proprio dal suo modo di fare. Sarà perché sta a Parigi, ormai, e ne ha preso lo stile? È contento della sua scelta, sicuramente vincente, ma sembra un amante tradito, non scelto. Parla con rabbia nei confronti dell’Italia che non offre possibilità ai giovani. Sì, è stata anche la sua fortuna, ma si sente il suo struggimento.
Ci sarà un motivo per cui ci siamo fatte la foto con lui?
E infine, ma solo in ordine d’apparizione, la Bowerman.
A parte un colore di capelli davvero, a dir poco, particolare, lei è sempre bravissima. Stavolta ci ha parlato dell’importanza delle api e del fatto che se dovessero scomparire, in 4 anni, sarebbe la fine anche per noi…
Ma Identità Golose non è solo chef. O quanto meno non solo chef all’opera.
E così abbiamo incontrato Joe Bastianich, insolitamente vestito informale. A suo discapito, ma anche a suo grande merito, il ricavato delle magliette va in beneficenza. E dopo la foto, mi ha anche schiacciato l’occhio. Insomma, non è poi così cattivo come vuol far credere…
Joe BastianichMa Identità Golose è anche persone che gravitano nel mondo del Food. Produttori, soprattutto.
E non posso non menzionare Tutte le Spezie del mondo, sempre attenta a recuperare il meglio e il nuovo.
E anche un produttore di Erbe Koppert Cress. Le ho assaggiate quasi tutte perfino una quasi anestetizzante.
Per non parlare di IGourmet e Forneria Veneziana che propongono prodotti senza glutine e vegani.
Insomma, una esperienza che ogni anno mi lascia a bocca aperta, e come una bambina al luna park, io mi ritrovo a desiderare di tornare, tornare, tornare…
Ringrazio Fina Curcio de L’avvocato nel fornetto per alcune foto presenti su questo post.
12 Comments
Terza Luna
5 Dicembre 2016 at 11:54Che meraviglioso evento, servirebbe una macchina del tempo per tornare indietro e non perderselo! E’ sempre bello vedere quante belle persone e bei progetti ci siano al mondo che vogliano promuovere uno stile alimentare più genuino e prodotti di eccellenza. Anche noi sono ormai più di 5 anni che con il nostro negozietto di tè tisane e spezie incarniamo questi valori!
Inco
22 Febbraio 2015 at 23:01Che belle foto..
Complimenti!!
Claudia Magistro
19 Febbraio 2015 at 18:20mi facisti commuovere.
bellissimo racconto, bellissima esperienza. Bellissime siete
:*
Cla
Stefania FornoStar Oliveri
19 Febbraio 2015 at 21:21Cla, l’anno prossimo vieni anche tu!!! <3
sandra
17 Febbraio 2015 at 9:47sei il mio mito!!!
Stefania FornoStar Oliveri
17 Febbraio 2015 at 16:17e tu il mio <3
lagaiaceliaca
16 Febbraio 2015 at 17:24io non amo questo genere di eventi, ma il tuo racconto mi ha fatto rimpiangere di non essere venuta!
la fanella la incontrerei volentieri, ho sempre pensato che fosse una splendida pasticcera, un’artista
Stefania FornoStar Oliveri
17 Febbraio 2015 at 16:17Gaia, sono certa che piacerebbe anche a te! L’anno prossimo non devi mancare!
elenuccia
16 Febbraio 2015 at 16:49Io sono riuscita a fare un salto per qualche ora e sono davvero rimasta a bocca aperta. Sentire parlare questi mostri sacri è davvero emozionante. Trasmettono veramente l’amore che provano per il loro lavoro, il rispetto per le materie prime, la sensibilità allo spreco e lo studio degli accostamenti di sapori e delle tecniche di cottura più rispettose dei prodotti. Sono rimasta senza parole. Peccato non esserci incontrate, ma c’era così tanta gente che mi sono un po’ persa.
Stefania FornoStar Oliveri
17 Febbraio 2015 at 16:17Che peccato non esserci beccate! L’anno prossimo ci mettiamo d’accordo! 🙂
fina
16 Febbraio 2015 at 16:13Quanto ci siamo divertite!!!
Stefania FornoStar Oliveri
17 Febbraio 2015 at 16:16È vero, ci vorrebbe una volta al mese 😉