Non è facile vedere questa passione negli occhi di un ragazzo.
Davide ha l’età di mio figlio (il pargolo n. 1), ma, differentemente da lui, andava bene a scuola e aveva anche intrapreso l’università con risultati brillanti.
E però, tutto il lavoro fatto con i suoi genitori durante l’estate, appena finita la scuola, quando si dorme poche ore a notte e c’è un gran da fare con le api, l’ha convinto che in realtà, quello che lui voleva realmente fare era l’apicultore!
L’ho conosciuto così io. Era compagno di classe di mio figlio e mi facevo portare il mio adorato miele di sulla, ogni volta che mi finiva.
Adesso continua a portarmelo suo fratello che frequenta la scuola dove insegno.
Perché, loro, l’azienda Amiche Api, l’hanno a Belmonte Mezzagno, a circa mezz’ora di strada da Palermo.
Così, quando con Slowthinking abbiamo deciso di raccontare un produttore, ho pensato subito a loro.
Quello che non sapevo, in quel momento, era che avrei scoperto una storia che mi è piaciuta molto di più di quanto potessi immaginare.
Davide, appunto, è il secondogenito di Ignazio Barrale e Giuseppina Pizzo e la passione per “le sue api”, gli si legge in viso mentre ci racconta tutto il ciclo. Nell’azienda lavorano anche la sorella maggiore, la zia e i fratelli più piccoli, danno una mano in estate, così come faceva già lui.
Tutto è iniziato nel 1990, quando con un solo sciame, i due coniugi cominciano l’avventura, fatta di tanto lavoro, anche manuale e tantissime notti in bianco.
Piano piano vanno aumentando gli sciami e quindi le arnie e comprano i primi macchinari, ed oggi producono quintali di miele, che esportano per tutto il nostro bel paese.
Nel frattempo nascono i primi due figli e la passione viene trasferita anche a loro, così come anche al terzo e alla quarta, ancora piccola, si vedrà.
Incontro tutta la famiglia. Mi parlano con gioia ed orgoglio del lavoro che fanno di come hanno cominciato, e di tutto l’impegno che ne deriva. Così come noto una punta d’orgoglio quando mi raccontano che Davide ormai sa anche generare una “regina”.
Sì, perché in ogni sciame deve esserci una regina, che Davide sembra quasi conosca per nome, anzi, a dirla tutta, sembra che conosca ognuna delle sue migliaia di api.
Mi racconta che la regina è l’ape più grande. Nasce da un normale uovo, come le altre, scelta dalle altre api, ma viene nutrita, per tutta la vita a pappa reale, e per questo diventa regina.
Come ogni regina che si rispetti ha la sua corte, formata da 10/12 api, che l’accudiscono. Solo la regina si riproduce, dopo un solo accoppiamento, durante il volo nuziale, con uno o più fuchi, al suo 15esimo (circa) giorno di vita. Da quel momento farà da 1500 a 3000 uova al giorno. Vive da 1 a 5 anni. Se l’ape regina non nasce nell’alveare, deve essere accettata dalle altre api dell’arnia, per cui è buona norma introdurla con una gabbietta, insieme a qualche altra ape, così che le altre della nuova famiglia, si abituino al nuovo odore.
I fuchi, invece, nascono da uova non fecondate. Sono anche essi più grandi delle api, anche se tozzi e pelosi. Restano nell’alveare da maggio ad agosto e poi vengono allontanati dalle operaie.
Le api operaie invece, nascono da uova fecondate e hanno una rigida organizzazione gerarchia e svolgono ognuno il loro compito, in maniera rigorosa, anche se il compito cambia durante il corso della loro vita.
Quale il loro lavoro?
Le api vanno in giro per il territorio, non allontanandosi più di 3 chilometri dall’alveare a cercare nettare che portano nel melario. Una volta maturato viene raccolto dall’apicoltore che lo porta nel laboratorio di smielatura. Qui uno disopercolatore automatico lo estrae, quindi viene filtrato e fatto maturare un paio di giorni negli appositi maturatori (cioè dei fusti d’acciaio inox) e infine viene invasettato dalla dosatrice automatica, quindi etichettato, confezionato, ed è pronto per la vendita.
Le arnie sono le abitazioni di una famiglia di api e può contenere anche più di 90.00 api. Esse sono colorate di bianco, giallo, rosso, verde e blu per segnalare anche l’età delle regine e perché sono i colori che le api riconoscono e sono formate da telaietti che contengono le famiglie di api.
Davide, ci ha portato a vedere uno dei tanti apiari che hanno ed è stata un’intensa emozione.
Le api per adesso sono a riposo. L’apicoltore la deve nutrire, per evitare che muoiano, così si mette un candito sopra l’arnia, con un foro, così che le api prendano il nutrimento a poco a poco. Queste faranno un perfetto buco centrale, quasi avessero un compasso, mangiando questo candito.
Il canditoOgni arnia è indicata con un numero che lo rende tracciabile, sotto ogni punto di vista. In Italia ci sono delle norme molto restrittive e controlli infiniti per garantire la bontà e soprattutto sanità delle api e del miele. Il miele italiano è garantito e sicuramente non contiene né antibiotici. La legge infatti proibisce di usarlo a scopo preventivo e anzi indica la distruzione degli apiari malati. Non è così per il miele che viene dai paesi non appartenenti all’Unione Europea. Qui trovate un interessante articolo a tal riguardo.
Infine, la famiglia Barrale produce vari mieli, e cioè dipende da dove sono situati gli apiari. Così se volete potete assaggiare un miele che si produce solo in Sicilia, quello di sulla, di cui qui sotto vedete il fiore, molto delicato (simile all’acacia), quello di agrumi, colore chiaro e gusto delicato, quello di fiori di arancio, chiarissimo quasi denso, di eucalipto, dal sapore forte e ottimo per scopi terapeutici, quello di castagno, scuro e amarostilco, e il classico millefiori.
L’entusiasmo della famiglia Barrale, ha contagiato anche me e se, volete assaggiare il loro miele, contattali qui:
“Amiche Api ”
Apicoltura Amiche Api di Pizzo Giuseppina
Sede in Via A. Gramsci N. 107
90031 Belmonte Mezzagno (PA)
Tel. 091-8736230 – Cell. 328-8356229
5 Comments
dody
21 Novembre 2016 at 0:15Stefania che bello quanto hai scritto! Sono anni che cerco del buon vero miele siciliano dopo aver assaggiato(purtroppo tanti anni fa) dell’ottimo miele al limone da mio cugino a Palermo.Sei sempre fantastica, grazie per l’indirizzo. Evviva i ragazzi che decidono di fare vecchi mestieri.Ciao.-
Miele Amiche API per racconta il tuo produttore
17 Novembre 2016 at 10:09[…] L’articolo completo di Stefania Oliveri, Cardamamomo & Co, lo trovate qui […]
Carmine
16 Novembre 2016 at 22:34mi fa molto piacere questo post, il parco delle madonie, è uno dei più ricchi di fiori, si può produrre del miele di ottima qualità
LaRicciaInCucina
16 Novembre 2016 at 20:50Il mondo delle api è davvero affascinante! Grazie per avercene parlato 🙂
Stefania FornoStar Oliveri
16 Novembre 2016 at 23:11È bello condividere certe realtà 🙂